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Expo 2030, Virginia Raggi: “Roma può battere i soldi di Riyad”

Expo 2030: Roma può vincere, afferma Virginia Raggi
Virginia Raggi, ex sindaca di Roma e presidente della Commissione Speciale Expo di Roma Capitale, si mostra ottimista riguardo al voto per Expo 2030, sottolineando che “al ballottaggio Roma può farcela”.
Il voto decisivo per l’assegnazione della sede di Expo 2030 si terrà il 28 novembre, con 182 delegati del Bureau International des Expositions (B.I.E.) che si esprimeranno tramite voto segreto. Se nessuna delle città candidate raggiungerà almeno 120 voti al primo turno, è previsto un ballottaggio. Secondo le previsioni, Riyad potrebbe ottenere più preferenze ma non raggiungere la soglia prevista per vincere al primo turno, aprendo così la possibilità per Roma di giocarsi le proprie chance al ballottaggio.
Virginia Raggi ha dichiarato che nessuna delle tre candidate sembra avere i numeri per vincere al primo turno, aprendo, di fatto, la possibilità di un ballottaggio tra Roma e Riyad. Lei stessa ritiene che la speranza italiana risieda nel ballottaggio, puntando sul “segreto dell’urna” e supponendo di poter contare sui voti di Busan, che potrebbero convergere su Roma. La speranza è che l’immunità da influenze esterne rimanga invariata fino al termine del processo di votazione. Inoltre, molti Paesi hanno promesso il proprio voto a Riyad al primo turno, tuttavia si confida nel segreto dell’urna, considerato anche il tentativo da parte di Riyad di rendere il voto palese.
Secondo l’ex sindaca, Riyad ha condotto una campagna elettorale spregiudicata, portando alcune persone a richiedere un maggiore controllo da parte del B.I.E. per evitare distorsioni nello spirito di Expo. Tuttavia, Virginia Raggi resta ottimista e afferma che “i soldi non possono comprare tutto”. Per lei, la Capitale italiana ha molto da offrire, non solo in termini di storia e cultura, ma anche come rappresentante dei valori delle democrazie occidentali. Si sottolinea, infine, che all’inizio di quest’anno 12 ONG hanno segnalato al B.I.E. le violazioni dei diritti umani da parte dell’Arabia Saudita.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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