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Mirella Gregori, l’appello della sorella alla Procura: “Indagini siano riaperte”

La richiesta della sorella di Mirella Gregori: “La procura riapra le indagini come ha fatto con Emanuela Orlandi”
La scomparsa di Mirella Gregori, una ragazza di quindici anni avvenuta un mese prima di quella di Emanuela Orlandi, ha riportato nuovamente l’attenzione sul caso.
La sorella di Mirella, Maria Antonietta Gregori, ha espresso la sua richiesta di riaprire le indagini, sottolineando punti fondamentali legati alla sparizione di sua sorella. Insieme al suo avvocato Nicodemo Gentile, stanno lavorando per preparare un memorandum che dovrebbe portare alla riapertura dell’inchiesta. La richiesta di riapertura dell’inchiesta è stata accompagnata da una memoria depositata recentemente presso la Procura di Roma, piena di elementi che potrebbero essere cruciali per far luce sulla scomparsa di Mirella. Sono state richieste anche delle testimonianze, chiedendo che persone che potrebbero avere informazioni importanti vengano ascoltate.
Maria Antonietta Gregori chiede che vengano ascoltate alcune persone che potrebbero avere informazioni cruciali sul caso, sottolineando che al tempo dei fatti potrebbero non essere state adeguatamente ascoltate. Tra queste persone vi è un compagno di classe della ragazza e la proprietaria del bar sotto casa della famiglia.
La sorella di Mirella Gregori esprime la sua determinazione a ottenere giustizia per la sorella scomparsa e chiede l’apertura di nuove indagini sul caso, al fine di scoprire la verità su quanto accaduto. A differenza di quanto avvenuto nel caso della sparizione di Emanuela Orlandi, le indagini su Mirella Gregori non sono state riaperte. La famiglia della ragazza alimenta la speranza che la richiesta di riapertura dell’inchiesta porti finalmente ad una svolta nella vicenda.
Maria Antonietta Gregori si chiede se possano esserci eventuali legami tra le due sparizioni e auspica che vengano effettuati ulteriori accertamenti per far luce sui due casi.
La richiesta di riapertura delle indagini ha attirato l’attenzione dei media, portando nuovamente alla luce la vicenda, e la speranza della famiglia è che ciò possa portare finalmente alla scoperta della verità.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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