Attualità
Divieto di Avvicinamento per 49enne di Artena che Ha Perseguitato Ex e Aggredito il Nuovo Compagno

Accuse di Persecuzione e Aggressione
Un uomo di 49 anni residente ad Artena è stato accusato di aver perseguitato la sua ex compagna e di aver aggredito il nuovo compagno di lei, investendolo con l’auto. In seguito alle denunce presentate dalla coppia, i carabinieri di Artena, sotto la guida della procura di Velletri, hanno emesso un provvedimento restrittivo che vieta all’individuo di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla coppia. In caso di violazione, un braccialetto elettronico avviserà immediatamente le autorità.
Storia di Minacce e Persecuzioni
Il 49enne ha iniziato a perseguitare la sua ex compagna dopo la fine della loro relazione, in particolare dopo che lei aveva iniziato una nuova vita con un altro uomo. Le sue molestie comprendevano pedinamenti continui, messaggi ossessivi e telefonate indesiderate a tutte le ore. Inoltre, ha lanciato minacce di morte e compiuto aggressioni fisiche, culminate nell’investimento del nuovo compagno della donna.
Una Vita Segnata dalla Paura
La coppia vittima di queste azioni viveva in uno stato di costante ansia e terrore, temendo continuamente di incontrare l’uomo ad ogni uscita da casa. A causa di queste persecuzioni, hanno dovuto cambiare le loro abitudini quotidiane per evitare di incrociarlo. La situazione è peggiorata ulteriormente quando il 49enne ha deciso di investire il nuovo compagno con l’auto, costringendoli alla denuncia.
Misure di Protezione Attivate
Il provvedimento restrittivo emesso dalle autorità impedisce all’uomo di avvicinarsi alla coppia. Se dovesse violare questo divieto, le misure contro di lui verranno ulteriormente inasprite. La coppia spera che questa soluzione permetta loro di ritrovare una certa serenità e sicurezza nella loro vita quotidiana.
Fonte: Fanpage
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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