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La Gioconda imbrattata, raid degli ambientalisti al Louvre

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La Gioconda imbrattata, raid degli ambientalisti al Louvre

Teppismo al Louvre: una Performance Ambiguo-Attivistica articolata intorno alla Gioconda

Noto per la sua imponente collezione artistica, il Museo del Louvre, a Parigi, è diventato teatro di un insolito evento quando alcuni attivisti ambientalisti hanno sfidato la sicurezza del museo versando una sostanza liquida sul vetro blindato che protegge il celebre dipinto della Gioconda.

Le protagoniste di questa performance sono state due donne, che sono riuscite a oltrepassare la barriera di protezione per avvicinarsi al quadro più famoso del mondo, e lanciare il contenuto di due buste – una minestra o una zuppa – contro il vetro trasparente. A rendere ancora più suggestiva l’azione, le due militanti indossavano una t-shirt con la provocatoria scritta “Risposta alimentare”. Mentre agivano, le attiviste hanno anche urlato slogan e dichiarazioni controverse, suscitando reazioni contrastanti tra i presenti.

“Cosa c’è di più importante?” ha gridato una di loro, mentre l’altra ha proclamato “Il nostro sistema agricolo è malato”. Con un’azione coordinata e senza precedenti, le due donne hanno preso parte ad una performance sensoriale degna di nota. Tuttavia, la loro performance è stata interrotta rapidamente dagli addetti del Louvre, che hanno chiesto ai presenti di evacuare l’area. Nel frattempo, sono stati portati dei pannelli neri che hanno coperto la scena alla vista degli spettatori, delle telecamere e dei cellulari che cercavano di immortalare l’evento.

L’azione ha suscitato un forte dibattito sull’opportunità di questo tipo di manifestazioni, mentre il Museo del Louvre si trova ad affrontare la complessa sfida di garantire la sicurezza dei suoi tesori artistici di inestimabile valore, come la famosa Gioconda, in un contesto sempre più complesso e sensibile alle sfide ambientali.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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