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Luce e gas, Roma è la città più cara d’Italia. Il dato

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Arriva la stangata sulle bollette di luce e gas, Roma è la città più cara d’Italia

Le nuove tariffe per l’energia e il gas stanno per arrivare e Roma è la città più costosa in Italia. Secondo uno studio condotto da Assoutenti su 20 città italiane, i cittadini della Capitale dovranno sostenere il maggior onere, con una media di 2.045 euro all’anno per il gas (tariffa a prezzo fisso) in vista del passaggio al mercato libero.

Assoutenti ha confrontato le migliori offerte disponibili sul Portale offerte dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), sia per contratti a prezzo fisso che variabile, basandosi su una famiglia che consuma 1.400 metri cubi di gas all’anno. In entrambi i casi, Roma si attesta come la città più cara, con le spese più elevate rispetto alle altre città prese in esame nel mercato libero.

Secondo Assoutenti, la migliore offerta sul Portale offerte di Arera per Roma prevede una bolletta annua del gas da 2.045 euro, pari a 170 euro al mese. Al secondo posto della classifica c’è Catanzaro, seguita da Palermo. In coda alla classifica si posiziona Milano, con una famiglia che consuma 1.400 metri cubi di gas che risparmierà oltre 200 euro all’anno rispetto a Roma.

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, ha evidenziato che i cittadini del sud Italia sembrano essere i più penalizzati dal passaggio al mercato libero, dato che le offerte degli operatori presentano condizioni economiche più svantaggiose. Truzzi ha sottolineato anche una carenza di reale concorrenza tra gli operatori, affermando che le società energetiche stanno applicando politiche rialziste che finiscono per svantaggiare gli utenti vulnerabili. Questa situazione, secondo Truzzi, non favorisce un ingresso positivo nel mercato libero.

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?
Sta facendo discutere la scelta di affidare all’attrice britannica Cynthia Erivo – donna, nera e apertamente omosessuale – il ruolo di Gesù nel celebre musical Jesus Christ Superstar. Una decisione che viene vista da alcuni come un atto di coraggio e inclusività, ma per altri rappresenta un ulteriore passo verso lo svuotamento dei simboli identitari in nome di una visione ideologica.

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.

L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.

Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.

E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.

Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.

Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.

Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.

L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.

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