Attualità
Nuovi Arresti nel Clan Casamonica Dopo la Sentenza della Cassazione

Nove Persone Condannate in Carcere
La recente sentenza della Corte di Cassazione riguardante il maxiprocesso al clan Casamonica ha attivato i carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati, portandoli a rintracciare nove persone condannate definitivamente per vari reati. Tra queste accuse sono inclusi intestazione fittizia, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. Queste persone, che fino a quel momento erano in libertà o agli arresti domiciliari, sono state portate in carcere.
Riconoscimento del Clan come Organizzazione Mafiosa
La Corte di Cassazione ha pienamente confermato la sentenza dei giudici d’appello, decretando che il clan dei Casamonica è a tutti gli effetti una organizzazione mafiosa. Secondo il giudizio della Corte d’Appello, il gruppo criminale operante nella zona Appio-Tuscolana di Roma è strutturato in una ‘galassia’, composta da due gruppi familiari. Questi sono attivamente coinvolti in usura, estorsioni, traffico di stupefacenti e abusivo esercizio del credito. Il gruppo godeva di un indiscusso ‘prestigio criminale’ nel contesto delinquenziale romano, dove i membri operavano in continua interconnessione e protezione reciproca, aumentando così il senso di assoggettamento e impotenza delle vittime.
Condanna di Dragos Marcu e Altri Membri
Uno degli arrestati, Dragos Marcu, è stato condannato a 9 anni di carcere per aver violentato una 16enne dopo aver tramortito il suo fidanzato. L’operazione che aveva già portato in carcere decine di membri del clan Casamonica ha avuto inizio grazie alla denuncia di due donne decise a uscire dalla famiglia malavitosa. Significativamente, la testimonianza di Debora Cerroni, ex moglie di Massimiliano Casamonica e figlia di un ex membro della Banda della Magliana, ha dato il via alla serie di arresti che nel 2015 ha portato all’arresto di 37 persone. Le accuse inizialmente mosse includevano usura, estorsione e spaccio di droga.
Conclusioni
L’azione immediata dei carabinieri dopo la sentenza della Cassazione rappresenta un passo significativo nella lotta contro il crimine organizzato a Roma. La conferma dell’appartenenza del clan Casamonica alla categoria delle organizzazioni mafiose sottolinea la gravità dei loro reati e l’importanza di continuare a smantellare tali strutture criminali per garantire la sicurezza e la giustizia.
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Attualità
Allarme baby-gang a Mezzocammino: il quartiere insorge per l’arrivo di giovani da altre zone

L’appuntamento è nella piazza principale dove affacciano le attività commerciali della zona e dove, soprattutto, in serata c’è il ritrovo anche dei giovanissimi del quartiere che finiscono nel mirino delle baby gang. Il primo allarme a piazza Guido Crepax nel quartiere Mezzocammino, periferia sud della Capitale, è scattato lo scorso giugno, a ridosso della chiusura delle scuole quando uno dei ragazzi della zona è stato accerchiato, picchiato e infine derubato del cellulare. Non un caso isolato perché nell’ultimo mese, altri due giovanissimi sono finiti vittime del gruppo di teppisti. E sempre con lo stesso copione: aspettano che il ragazzo sia solo per avvicinarsi e quindi aggredirlo. «La piazza è diventata il punto di incontro per i ragazzi non solo del nostro quadrante ma anche degli altri quartieri. Arrivano da Acilia, Infernetto, Dragona e dalle sei del pomeriggio stazionano in quello che negli anni è diventato il punto più vivace della zona perché ci sono negozi e locali. Purtroppo la situazione è fuori controllo perché stiamo registrando diversi gravi episodi» denuncia Francesco Aurea, presidente del comitato di quartiere Mezzocammino.
L’Escalation
Come contromisura i residenti del quartiere chiedono di accelerare sul sistema di video sorveglianza e di vigilanza: «Siamo preoccupati perché siamo consapevoli che la zona sta lentamente finendo nelle mani di questi gruppi di ragazzi che hanno come obiettivo quello di creare disordine nel quartiere- prosegue Aurea- oltre alle aggressioni ai residenti, sono scoppiate anche un paio di risse. In particolare in una, sono stati danneggiati pure gli arredi di un bar. Purtroppo- prosegue il presidente- non appena abbiamo chiesto l’intervento delle forze dell’ordine è scattato il fuggi fuggi e quando sono arrivati gli agenti di polizia non c’era già più nessuno. Chiediamo- conclude- che ci sia maggiore sicurezza nel quartiere soprattutto nelle ore serali. È necessario dare una risposta concreta a questi ragazzi che stanno seminando paura e caos».
Il Fenomeno
L’allarme alle famiglie del quartiere è arrivato con il passaparola e attraverso i canali social che sono stati attivati proprio per monitorare la sicurezza nel quartiere. «A mio figlio che ha quindici anni quando esce la sera dico sempre di prestare attenzione, di non allontanarsi dagli amici. La paura, dopo quello che è accaduto nell’ultimo mese, c’è. Ma non possiamo chiuderli in casa» dice Roberta Franceschini residente in una delle palazzine a una manciata di passi da piazza Crepax. Ma quello che sta accadendo nel quartiere alla periferia sud della città non è un caso isolato. Dopo gli allarmi scattati in diversi quartieri della città, lo scorso febbraio durante una maxi operazione la squadra Mobile ha smantellato covi e luoghi di ritrovo delle comitive più numerose e considerate a rischio. Da Testaccio a San Lorenzo fino al quartiere Ostiense erano stati 200 i giovanissimi identificati, tutti under 18. Le indagini si erano allargate alle chat e ai canali social utilizzati da protagonisti e fiancheggiatori delle baby gang. Gli identificati erano stati fermati tra piazza Testaccio, piazza di Santa Maria Liberatrice, piazza dell’Immacolata, largo degli Osci e via degli Aurunci (San Lorenzo), il centro commerciale «Porta di Roma» alla Bufalotta, la stazione Ostiense, la fermata metro Piramide, piazzale Ostiense e piazzale Partigiani con via del Campo Boario. Ancora: erano stati individuati 600 profili social inneggianti all’odio e alla violenza fisica, anche contro appartenenti alle forze di polizia. «Atteggiamenti violenti che non necessariamente vengono messi in atto in contesti di degrado ma anche nei centri e nelle piazze commerciali, dove è probabile l’incrocio fra comitive differenti, provenienti anche da scenari diversi» avevano spiegato gli investigatori. Proprio come sta accadendo a piazza Crepax a Mezzocammino.
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