Attualità
Arresti per truffe del superbonus su ville e appartamenti di lusso, incluso direttore di banca

Questa mattina nove persone sono state prese in custodia come risultato di un’indagine approfondita guidata dalla Procura di Frosinone. Tra gli arrestati figurano imprenditori, notai e il direttore della Banca popolare del Frusinate di Frosinone.
Un’azione congiunta della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato ha avuto luogo questa mattina a Frosinone. Nove individui sono in stato di arresto, e due sono stati interdetti dalla loro professione nel quadro di un’inchiesta sulle frodi nel settore delle aste giudiziarie e l’erogazione del superbonus. In totale, vi sono ventiquattro indagati a piede libero.
Tra gli arrestati ci sono gli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bortoli. Collocato agli arresti domiciliari è Rinaldo Scaccia, il direttore della Banca Popolare del Frusinate di Frosinone, insieme al notaio Roberto Labate, Federico Labate, Luca Lazzari e Lino Lunghi, Paolo Baldassarra e Gennaro Ciccatello. Le accuse comprendono, a vari livelli, associazione per delinquere, falsità ideologica, truffa nelle erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio, fatture inesistenti, emissione di documenti falsi, omessa dichiarazione e abuso di intermediazione finanziaria. In totale, oltre dieci milioni di euro sono stati sequestrati, il cui importo proviene dal riciclaggio di denaro sporco e da unità immobiliari, in particolare ville e appartamenti in centro a Roma.
Le indagini sono iniziate con l’intercettazione di un imprenditore ciociaro, precedentemente coinvolto in un traffico di stupefacenti, che rivelava a un interlocutore come un amico avesse condotto “affari” nel settore delle aste giudiziarie. Questo ha suscitato l’attenzione delle autorità per un possibile sistema di corruzione nel mercato immobiliare, in cui operavano almeno tre organizzazioni criminali.
Le autorità affermano che le indagini hanno mostrato la struttura, le interconnessioni e le attività illecite all’interno e attorno alla Banca nell’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari. Le intestazioni fittizie dei comparti di numerose società di capitali, che costituiscono l’interfaccia necessaria per l’illegale arricchimento di pochi, hanno avuto l’effetto di contaminare il sistema finanziario legato ai mutui per la partecipazione alle aste giudiziarie immobiliari. Ciò ha portato a continue e costanti operazioni di riciclaggio attraverso l’uso di società cartiere e costanti operazioni fraudolente nei confronti dell’erario.
Attualità
Rebibbia, Scuola Abbandonata: Il Pnrr Doveva Ridarle Vita, Ma Niente Si Muove

#ScuolaAbbandonata: Mistero al Plesso Palenco di Rebibbia. Fondi Pnrr e proteste infiammano la scena. Cosa sta succedendo?
In una cornice di mistero e polemica, il plesso Palenco di Rebibbia torna sotto i riflettori. La scuola, abbandonata ormai da anni, era destinata a una ristrutturazione grazie ai fondi del Pnrr, ma l’intricato gioco tra amministrazione e movimenti di protesta complica la situazione. Chi è davvero responsabile?
Dal Municipio si levano critiche nei confronti dell’occupazione, attribuendo i disagi a un atto non autorizzato. Tuttavia, il Comune di Roma smentisce questa versione, attribuendo i ritardi e le difficoltà ai “problemi legati alle tempistiche”. Un rimpallo di responsabilità che lascia la comunità in attesa di chiarimenti.
I Movimenti per il diritto all’abitare non restano in silenzio e rispondono con fermezza: “Non ci stiamo a fare il capro espiatorio per le mancanze amministrative di altri.” Questa replica sottolinea le tensioni crescenti e mette in luce il malcontento di coloro che si trovano in prima linea.
Mentre il dibattito si intensifica, il destino del plesso Palenco rimane incerto. La comunità spera in una soluzione rapida per evitare che una risorsa educativa preziosa resti in stato di abbandono.
Attualità
Telemarketing. Dal 19 agosto cambiano le regole per le chiamate da numeri stranieri

Che cosa è il CLI (Calling Line Identification) usato dai call center
Telemarketing cosa cambia
“Si tratta di un primo passo per combattere l’odioso fenomeno del telemarketing aggressivo, ma che non porrà fine alle chiamate commerciali indesiderate – avvisa Melluso – Occorrerà attendere novembre, quando scatterà il blocco anche per le finte numerazioni di rete mobile, per capire se la misura determinerà reali benefici per gli utenti. Per adesso l’unica strada per combattere realmente il teleselling selvaggio risiede nell’applicazione concreta dell’art. 66 quinques del Codice del consumo, che rende nulli i contratti non richiesti dai consumatori: una tutela sostanziale a valle che va applicata con rapidità ed efficienza”.
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