Attualità
Carnevale 2024 Roma: Programma Eventi e Sfilate per Bambini in Città e Provincia

Il Carnevale a Ronciglione 2024 (foto gentilmente concessa da Domenico Mancini) ha molti eventi interessanti da offrire. Dalla Capitale alla provincia, numerose festività per adulti e bambini coinvolgono feste, carri allegorici e sfilate. Si prega di attivare le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su tali eventi.
Il Carnevale ha ufficialmente iniziato il 28 gennaio e si sarà concluso il 13 febbraio con Martedì Grasso. Roma partecipa anche nelle celebrazioni con le feste dedicate al Dio Saturno e le maschere da Meo Patacca a Rugantino. In questa occasione, sono previsti vari eventi in città, soprattutto per i bambini.
Il Carnevale di Ronciglione 2024 presenta un programma completo che comprende orari e costo dei biglietti. Alcuni degli eventi principali saranno tenuti a Municipio III il 10 e 13 febbraio presso i Portici di Via Monte Cervialto, la Biblioteca Ennio Flaiano, e in Piazza Sempione. Qui si svolgerà l’iniziativa “Carnival Party” con un grande festeggiamento che contano concerti, giocolieri, trampolieri e dj set.
Municipio XI ospiterà le celebrazioni del Carnevale dell’Associazione LiFra fino al 11 febbraio con sfilate di carnevale, giostre, musica, gruppi mascherati, zucchero filato, popcorn, baby dance e fuochi d’artificio. Sugli eventi del Carnevale 2024 nei musei di Roma, Roma Capitale, l’Assessorato alla Cultura, e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali organizzeranno numerose attività dal 10 al 13 febbraio.
Per partecipare a queste attività è necessaria la prenotazione. Le celebrazioni del Carnevale 2024 si svolgeranno anche nei teatri di Roma tra cui l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Sono programmate rappresentazioni come la Tarantella del Carnevale, Il Sogno di Shakespeare, Trame su Misura e Lùmina.
In conclusione, Ronciglione, non solo città di Marco Mengoni ma anche conosciuta come la città del Carnevale, offre un programma ricco di eventi. Martedì Grasso, oltre alle parate e mascherate, ospiterà la rappresentazione della Morte di Re Carnevale e l’apertura del suo testamento.
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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