Attualità
Manganellate agli studenti, Piantedosi: “Corteo a Pisa violava la legge”

Alla manifestazione di Pisa di venerdì scorso, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che è stata effettuata una carica di alleggerimento per garantire l’incolumità degli operatori di polizia. Questa azione ha permesso al personale di avanzare di qualche metro e di allentare la pressione dei manifestanti. Prima di ciò, gli agenti avevano resistito con soli scudi nonostante i continui tentativi dei manifestanti di mettere in atto violenze.
Il ministro ha ammesso che la visione delle immagini degli scontri di Pisa ha suscitato turbamento e che sono aperti a ogni analisi e autocritica quando situazioni come queste si presentano. Ha sottolineato l’importanza di svolgere verifiche puntuali, obiettive e trasparenti in caso di manifestazioni che coinvolgano anche minorenni. Ha enfatizzato che è una sconfitta quando si arriva al contatto fisico con i giovani e che è fondamentale che le manifestazioni si svolgano pacificamente e senza incidenti.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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