Attualità
Pier Silvio intenzionato all’acquisto di Villa Grande, ex dimora romana di Berlusconi

Silvio Berlusconi sembrerebbe prossimo a fare il suo ingresso a Villa Grande.
Pier Silvio Berlusconi, il figlio dell’ex Premier, sembra essere sulla via per acquisire Villa Grande, conosciuta anche come Villa Zeffirelli. Questa era l’ultima residenza romana del padre Silvio Berlusconi. L’opulenta dimora, precedentemente di proprietà del regista Franco Zeffirelli, che aveva un stretto legame con il Cavaliere, era stata acquisita nel 2001 per un prezzo di 3,75 milioni, poco dopo la morte di Zeffirelli.
Dopo la vendita di Palazzo Grazioli, Villa Grande è diventata l’ultima abitazione a Roma di Berlusconi, ospitando diversi vertici tra i leader del centrodestra e le riunioni dei vertici di Forza Italia. La villa, situata su via dell’Appia Antica, ha una superficie di 1200 metri quadri, a cui si aggiungono 1.194 metri quadri di spazi esterni.
In base a ciò che trapela, sembra che Pier Silvio rileverà Villa Grande per sè. Nel frattempo, Marina Berlusconi sembra pronta per acquistare Villa Campari a Lesa sul Lago Maggiore. Barbara, invece, avrebbe intenzione di acquisire la proprietà di via Macheria. Entrambi dovranno procedere alla liquidazione della società Idra, che detiene le proprietà a cui sono interessati. Di fatto, la villa sul lago era di proprietà diretta di Silvio Berlusconi, quindi Marina dovrà provvedere alla liquidazione con gli altri eredi.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
-
Attualità4 giorni fa
Toystellers Forever Young: i giocattoli crescono con noi e diventano opere d’arte
-
Attualità2 giorni fa
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza
-
Ultime Notizie Roma4 ore fa
Piazza di Spagna. Macchina sulla scalinata fra lo stupore dei turisti
-
Attualità1 giorno fa
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma