Attualità
Sindaco di Sant’Elia Fiumerapido aggredito: costole rotte e trauma cranico

Il sindaco di Sant’Elia Fiumerapido, Roberto Angelosanto, fratello del generale del Ros Pasquale, è stato vittima di un’aggressione a Cassino. Ha riportato due costole rotte e un trauma cranico.
Roberto Angelosanto, sindaco di Sant’Elia Fiumerapido, un Comune in provincia di Frosinone, è stato brutalmente aggredito all’uscita di un bar a Cassino. Le motivazioni dell’aggressione potrebbero essere legate a un atto giudiziario che gli è stato notificato di recente. Oltre ad essere il sindaco del comune, Angelosanto è anche un avvocato che svolge regolarmente la sua professione e fratello del generale del Ros Pasquale, noto per aver arrestato Matteo Messina Denaro.
Durante l’aggressione, Angelosanto è stato colpito al volto e poi preso a calci e pugni mentre era a terra. I passanti terrorizzati hanno assistito alla scena, ma sono stati i clienti del bar ad intervenire per soccorrerlo e chiamare il 112 per segnalare l’aggressione.
Il sindaco è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Scolastica, dove è stato curato dai medici. Gli esami hanno rivelato due costole rotte e un trauma cranico. Le indagini sulla vicenda sono in corso da parte dei carabinieri.
Numerosi messaggi di solidarietà sono giunti al sindaco e avvocato Angelosanto da parte di istituzioni e personalità. L’Ordine degli Avvocati ha denunciato l’atto come un’ennesima aggressione verso chi svolge un ruolo professionale importante nella società. Anche altri sindaci della zona hanno espresso solidarietà e vicinanza a Angelosanto, condannando l’episodio e augurandogli una pronta guarigione. La comunità locale si è unita nel supportare il sindaco durante questo momento difficile.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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