Attualità
Chiara Ferragni critica copertina de L’Espresso, legali parlano di denigrazione e svalutazione

Chiara Ferragni ha incaricato i suoi avvocati di valutare un’azione legale contro la società editrice del settimanale L’Espresso per la copertina in cui è stata ritratta con il volto dipinto da Joker. I legali contestano l’uso diffamatorio della sua immagine in un giorno in cui le donne dovrebbero essere celebrate. L’Espresso ha dato notizia dell’azione legale, e a riguardo la stessa Ferragni ha commentato la vicenda.
Fedez ha difeso Chiara Ferragni replicando la copertina del settimanale con una foto di un altro imprenditore e chiedendo se ci sarà un’inchiesta sul proprietario della testata. Nelle sue storie su Instagram, ha utilizzato una canzone provocatoria come sottofondo.
Chiara Ferragni ha ringraziato i suoi sostenitori per i messaggi di solidarietà ricevuti riguardo alla copertina del settimanale. Ha sottolineato che sono giornate difficili per molte ragioni, ma si sente supportata dai suoi fan, che è la cosa più importante per lei.
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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