Attualità
Maratona record di trapianti al Bambino Gesù: salvi cinque piccoli grazie a due donatori

Una maratona di sessanta ore di interventi ha permesso di salvare la vita a cinque bambini e adolescenti attraverso cinque trapianti eseguiti all’ospedale Bambino Gesù di Roma negli ultimi quattro giorni. Gli organi sono stati donati da due persone, una in età pediatrica e l’altra adulta, con l’autorizzazione delle rispettive famiglie. Le operazioni si sono svolte dal 28 febbraio al 2 marzo.
I primi tre trapianti sono stati effettuati il 28 e il 29 febbraio con organi prelevati da un donatore deceduto in età pediatrica, autorizzato dai genitori. Una bambina di 5 anni con cirrosi biliare, una ragazza di 18 anni con nefronoftisi e un’altra ragazza di 17 anni con rene policistico e idronefrosi hanno ricevuto i trapianti. I reni sono stati trapiantati a persone in dialisi da mesi.
Gli altri due trapianti sono stati eseguiti tra l’1 e il 2 marzo su una bambina di otto anni con epatite fulminante e una ragazza di 14 anni con malattia di Wilson. L’operazione è stata un successo grazie al lavoro di coordinamento e dedizione professionale dell’equipe del Bambino Gesù di Roma, unito alla generosità dei donatori e delle loro famiglie.
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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