Attualità
Senato: 3 attivisti condannati a 8 mesi e 60mila euro di risarcimento per imbrattamento di vernice

Il Tribunale di Roma ha condannato 3 attivisti di Ultima Generazione che hanno imbrattato di vernice rossa Palazzo Madama il 2 gennaio 2023 a 8 mesi con pena sospesa e a pagare un risarcimento di 60mila euro.
Tre attivisti di Ultima Generazione sono stati condannati a otto mesi di reclusione con sospensione della pena per danneggiamento aggravato e a pagare una provvisionale di 60mila euro allo Stato in favore del Senato, ministero della Cultura e Campidoglio. Così ha deciso il Tribunale monocratico di Roma per gli imputati a processo a seguito dell’azione del 2 gennaio del 2023, quando gli attivisti hanno imbrattato con vernice rossa la facciata di Palazzo Madama. Oggi, martedì 5 marzo, c’è stata la quarta e ultima udienza del processo che ha visto imputati Davide, Laura e Alessandro.
La sentenza ha riconosciuto l’attenuante del valore morale e sociale dell’azione. “Un successo dal punto di vista politico – commentano da Ultima Generazione – perché si dà finalmente dignità alle azioni di protesta di disobbedienza civile nonviolenta. Una condanna irrilevante per tre giovani adulti che, sostenuti dalla forza dei presenti al presidio di solidarietà fuori dal tribunale, sono usciti sereni perché sanno di avere agito con consapevolezza e coerenza”.
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In quel frangente gli attivisti hanno commentato così la protesta: “Ho scelto e continuerò a scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile nonviolenta perché sono disperata”, ha dichiarato Laura. “Nel 2022, gli eventi climatici estremi sono aumentati del 55% provocando miliardi di danni e 29 morti. Nel 2021, il governo italiano ha destinato oltre 48 miliardi di investimenti pubblici ai combustibili fossili, molto più di quello che destinano alla transizioni verso fonti pulite e alla salute dei cittadini – hanno dichiarato, chiedendosi cosa ci aspetta nel 2023 – Per questo abbiamo sanzionato il Senato. La vernice arancione servirà a ricordare ai passanti che lì dentro vivono i colpevoli e i responsabili di molti morti e disgrazie”.
Le critiche della politica Non hanno tardato ad arrivare le reazioni dei politici, che hanno condannato il gesto, tra i quali il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Le critiche sono arrivate anche dall’opposizione.
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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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