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18enne studentessa della Luiss denuncia l’accaduto.

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18enne studentessa della Luiss denuncia l’accaduto.

Arresto del Fotografo di Moda Fiorentino

Il noto fotografo di moda fiorentino è stato arrestato dopo la denuncia di una giovane di 18 anni, aspirante modella, iscritta al primo anno dell’università Luiss.

Le Accuse Contro Moreno Galli

Moreno Galli, fotografo di moda e cofondatore di una nota agenzia, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale, a seguito della denuncia di una studentessa romana di 18 anni, iscritta al primo anno di università presso la Luiss. Secondo l’accusa e le prove a suo carico raccolte in fase di indagine dai carabinieri del Nucleo investigativo, avrebbe abusato della giovane approfittando del suo ruolo e promettendo lavori e nuovi provini.

Racconti della Vittima

La presunta vittima ha raccontato di aver incontrato il 63enne più volte. Nell’ordinanza di custodia cautelare sono quattro gli incontri finiti all’attenzione degli inquirenti. Nel primo l’uomo, dopo le "misurazioni" e prima che andasse via, l’avrebbe spinta contro la parete quando erano rimasti soli alzandogli la maglietta scoprendogli il seno "Rimasi impietrita, esterrefatta, sorpresa, imbarazzata, infastidita ma non riuscii a muovermi. “Stai tranquilla, non voglio fare niente”, mi disse lui e mi lasciò andare", è il racconto della giovane riportato oggi dal Corriere della Sera.

I Successivi Incontri

Il secondo incontro si tiene questa volta a Firenze, in un B&B e qui le "misure" vengono prese direttamente dal fotografo che, secondo la testimonianza della 18enne, l’avrebbe toccata dappertutto e nelle zone intime, costringendola a un rapporto sessuale. Il terzo incontro si svolge in una stanza di un albergo di lusso in zona Trinità dei Monti a Roma. Galli ha convocato la ragazza promettendogli uno shooting per un importante marchio. Anche questa volta il copione si ripete, come durante l’ultimo incontro svoltosi a Firenze lo scorso gennaio.

La Denuncia e le Parole della Vittima

Alla fine la ragazza decide di denunciare quell’uomo così tanto più grande di lei, di successo e che prometteva di aprirgli le porte di un universo fatto di successo e glamour. Queste le sue parole riportate sempre dal Corriere: "Non sono venuta prima per vergogna e soprattutto perché mi sento io colpevole dal momento che non ho mai reagito, per paura, o comunque ho continuato a incontrarlo. Poi ho capito che la cosa giusta era denunciare quest’uomo per quello che mi ha fatto, anche perché vorrei evitare che altre ragazze come me, prese dalla brama di fare successo in quel mondo, si possano ritrovare in queste situazioni".

Ipotesi di Altre Vittime

E potrebbe non essere l’unica giovane finita nella rete dell’uomo, ma non ci sarebbero al momento altre denunce. Secondo il gip l’uomo era bravo a "cogliere di sorpresa la vittima", facendo passare come "normali" alcuni comportamenti, per poi forzare la ragazza a rapporti sessuali grazie alla "sudditanza psicologica", dovuta alla differenza di età e alle promesse.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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