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Chi sono i due ventenni annegati mentre erano su un pedalò nel Lago di Castel Gandolfo?

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Chi sono i due ventenni annegati mentre erano su un pedalò nel Lago di Castel Gandolfo?

Originari del Burkina Faso, Inoussa Saba e Zouberou Bayire erano arrivati in Italia con uno degli sbarchi di migranti, vivendo nel centro d’accoglienza di Rocca di Papa. I due ventenni sono annegati domenica nel Lago di Castel Gandolfo.

La Tragedia del Lago di Castel Gandolfo

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Inoussa Saba e Zouberou Bayire sono i nomi dei due ragazzi di vent’anni morti annegati nel Lago di Castel Gandolfo nel pomeriggio di domenica scorsa primo settembre. Tutti e due, da quanto si apprende, vivevano nel centro d’accoglienza di Rocca di Papa, erano originari del Burkina Faso ed erano arrivati in Italia con uno degli sbarchi di migranti. Sulla vicenda hanno indagato i carabinieri di competenza territoriale. Le salme dei due giovani si trovano in obitorio, a disposizione dell’Autorità giudiziaria, che deciderà sull’autopsia.

A riportare i nomi dei due giovani morti nel Lago di Castel Gandolfo è il Corriere della Sera. Il pomeriggio dei drammatici fatti che hanno portato alla loro improvvisa scomparsa, i due ventenni erano al lago per trascorrere un pomeriggio spensierato, all’insegna del relax e del divertimento. Hanno noleggiato un pedalò e si sono allontanati di qualche decina di metri dalla riva. Tuffandosi in acqua, però, non sono più riemersi; sono annegati tra gli stabilimenti balneari ‘Le Palme’ e ‘Tropicana’. A dare l’allarme è stato un altro ragazzo che stava con loro.

Le Ricerche e il Terribile Epilogo

Arrivata la chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112 con la segnalazione di due ragazzi scomparsi nel lago, sul posto è giunto un grande dispiegamento di mezzi, tra forze dell’ordine e soccorritori. Le ricerche sono state affidate ai sommozzatori dei vigili del fuoco, che purtroppo dopo alcune ore si sono concluse con esito drammatico. Ascoltato dai carabinieri, l’amico che ha dato l’allarme ha raccontato che uno dei due stava facendo il bagno al largo accanto al pedalò quando non è più riemerso, e che il secondo giovane si è tuffato per cercare di salvarlo, annegando anche lui.

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!

Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.

Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.

Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.

Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.

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Operatore di Radiologia: “Senza reggiseno ci rendi felici” – La denuncia di Marzia scuote l’ospedale

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Operatore di Radiologia: “Senza reggiseno ci rendi felici” – La denuncia di Marzia scuote l’ospedale

#IndagineInCorso: Shock a Roma per il video virale di Marzia Sardo che denuncia molestie al Policlinico Umberto I. L’ospedale avvia accertamenti. #NotizieRoma #Giustizia

Un video destinato a far discutere quello pubblicato da Marzia Sardo, che ha lanciato un grido di allarme dopo aver vissuto una esperienza traumatica durante una procedura medica presso il Policlinico Umberto I di Roma. Le sue parole sono chiare: “Non è ammissibile una cosa del genere, denuncio tutto”. Il video, che ha rapidamente guadagnato attenzione sui social, ha in breve tempo superato il milione di visualizzazioni, sollevando un’ondata di indignazione.

Il Policlinico non ha esitato a rispondere e ha confermato di aver avviato un’indagine interna per far luce sui fatti. Una risposta che indica l’importanza di affrontare con serietà le segnalazioni di comportamenti inappropriati, soprattutto in ambito ospedaliero, dove la professionalità dovrebbe essere la priorità assoluta.

Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e il rispetto nei luoghi di cura, proprio mentre la comunità online mostra il suo sostegno a Marzia, ringraziandola per il coraggio di aver condiviso la sua esperienza. Le indagini chiariranno quanto accaduto, ma una cosa è certa: la vicenda ha messo sotto i riflettori una questione che non può essere ignorata.

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