Attualità
Il nuovo regolamento per i liquidi all’aeroporto di Fiumicino: cambiamenti previsti da settembre

Le nuove regole all’aeroporto di Roma Fiumicino valide dal 1 settembre: torna il limite dei 100 ml per i liquidi, che però si potranno tenere all’interno del bagaglio a mano durante i controlli.
Cambia tutto, di nuovo, all’aeroporto di Fiumicino per quanto riguarda i liquidi che si possono portare nel bagaglio a mano. Nello specifico, dal 1 settembre non è necessario estrarre la bustina dei liquidi dalla valigia, ma il limite di capienza per i contenitori pieni torna a 100 ml. In altre parole, non sarà più possibile, come invece avveniva fino a poche ore fa, portare con sé borracce e bottigliette d’acqua piene.
Le novità sui liquidi a Fiumicino: torna il limite dei 100 ml
Dal primo settembre 2024, informa in una nota Aeroporti di Roma, il trasporto dei liquidi nel bagaglio a mano sarà consentito in contenitori di capienza fino a 100 millilitri. I contenitori di liquidi di capacità superiore a 100 millilitri (come le borracce, ad esempio) possono essere trasportati nel bagaglio a mano solo se vuoti. Altrimenti, devono essere imbarcati nel bagaglio da stiva al check-in.
Le eccezioni ai limiti sui liquidi nel bagaglio a mano
Le uniche eccezioni alle restrizioni sul limite di 100 millilitri sono i LAGs (Liquidi, Aerosol e Gas) “da utilizzare durante il viaggio a fini medici o per un regime dietetico speciale, inclusi gli alimenti per neonati che potranno essere consentiti nel bagaglio a mano anche in quantità superiori ai 100 ml, previa separazione dal bagaglio a mano e controllo di sicurezza dedicato”.
Liquidi, pc e tablet possono restare nel trolley
Grazie agli scanner di ultima generazione EDS C3 installati all’aeroporto di Fiumicino (con esclusione dei voli diretti negli Stati Uniti e in Israele) durante i controlli di sicurezza sarà consentito tenere i contenitori di liquidi fino a 100 millilitri e gli apparati elettronici come laptop e tablet all’interno del proprio bagaglio a mano, senza quindi la necessità di separarli ed estrarli.
Perché è stato reintrodotto il limite dei 100 ml nei liquidi a Fiumicino
Ma perché sono stati reintrodotti i vecchi limiti per i liquidi all’interno dei trolley? I nuovi macchinari possono essere utilizzati, secondo le regole dell’Unione Europea, soltanto per contenitori che non superino i 100 millilitri. Con gli scanner di ultima generazione, come quelli installati a Fiumicino, il bagaglio a mano viene controllato molto velocemente e il software riconosce immediatamente eventuali esplosivi, senza dover estrarre dal trolley sia tablet che liquidi. Ma il limite dei 100 ml, per questioni di sicurezza, è stato reintrodotto.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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