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GPU cloud computing: la rivoluzione di Seeweb con i chip AMD InstinctTM MI300X

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GPU cloud computing: la rivoluzione di Seeweb con i chip AMD InstinctTM MI300X

Roma – Sta per iniziare una nuova fase nel mondo del cloud computing: Seeweb ha lanciato in anteprima per l’Italia servizi di GPU cloud supportati dai potenti chip AMD InstinctTM MI300X e dalla suite software ROCmTM, aprendo nuove opportunità per l’intelligenza artificiale e i calcoli ad alte prestazioni.

Seeweb si distingue in Europa come uno dei primi provider ad offrire soluzioni cloud basate su questi chip avanzati. Il servizio Cloud Server GPU con GPU AMD Instinct MI300X, inoltre, si avvale della tecnologia Lenovo ThinkSystem SR685a V3.

Il modello cloud si è consolidato come la soluzione ideale anche per l’intelligenza artificiale, così come per i carichi di lavoro più tradizionali, grazie alla sua semplicità, flessibilità e scalabilità, anche a breve termine. Il cloud computing con GPU è efficace per una vasta gamma di applicazioni, tra cui l’inferenza AI, il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e il training dell’intelligenza artificiale.

La soluzione basata su chip AMD offre un ottimo rapporto qualità-prezzo, mentre il software open dell’ecosistema ROCm AMD Instinct è proposto da Seeweb su server equipaggiati con 8 GPU, ciascuna con chip MI300X. La configurazione include 265 vCPU, 2048 GB di RAM e 16 TB di spazio su disco.

Carichi di lavoro AI e HPC

Il chip AMD Instinct MI300X è stato sviluppato per ottimizzare i carichi di lavoro legati al calcolo ad alte prestazioni (HPC) e all’intelligenza artificiale (AI). Grazie alla memoria dall’ampia capacità e la sua architettura particolarmente avanzata, si rivela particolarmente adatto in diversi ambiti, tra cui: simulazioni scientifiche, imaging in campo medico, data mining e analisi predittiva, rendering 3D, addestramento ed inferenza di modelli AI.

Il mercato globale del GPU cloud computing con AMD

L’adozione di modelli di intelligenza artificiale basati su chip AMD sta crescendo rapidamente, affiancando i modelli già consolidati. I sistemi che supportano queste soluzioni sono realizzati sia da fornitori tradizionali che da nuovi attori del settore. La lista dei principali operatori continua ad ampliarsi, e tra questi si possono notare sia piccole che grandi società.

Piccole realtà

Alcuni provider cloud, come RunPod.io (Texas) e TensorWave.com (Nevada), hanno iniziato ad incorporare i chip MI300X nei loro sistemi, con prezzi variabili in base alla configurazione per l’uso del cloud.

Grandi società

Già nel 2024, Oracle ha reso disponibili gli acceleratori AMD MI300X nella propria infrastruttura cloud, mentre IBM ha annunciato l’integrazione dei chip AMD Instinct MI300X nel suo servizio cloud a partire dal 2025. Microsoft, invece, propone il servizio ND MI300X su Azure. Anche Meta ed OpenAI stanno considerando l’inserimento di questi chip nei loro ecosistemi.

L’offerta di Seeweb

Con l’integrazione delle GPU AMD MI300X nella propria offerta di servizi cloud per l’intelligenza artificiale, Seeweb ha ampliato le opzioni tecnologiche a disposizione delle aziende, mantenendo il suo impegno verso la libertà di scelta e l’assenza di vincoli o limitazioni tecnologiche, garantendo elevati livelli di affidabilità e prestazioni dell’infrastruttura.

Nello specifico, i nuovi Cloud Server GPU si basano sulla piattaforma Lenovo ThinkSystem SR685a V3, progettata per supportare GPU di ultima generazione ad alte prestazioni. A ciò si affianca un modello commerciale flessibile, che consente di usufruire del servizio in modalità on demand, con una tariffazione basata sull’effettivo utilizzo.

Antonio Baldassarra, CEO Seeweb ha affermato che l’integrazione delle GPU AMD MI300X nel cloud Seeweb espanderà l’offerta Cloud GPU, permettendo alle aziende di gestire carichi complessi con un’architettura avanzata e maggiore memoria, ideale per modelli LLM avanzati. ha poi confermato che l’infrastruttura Lenovo ThinkSystem SR685a V3 accelererà applicazioni in ricerca scientifica, modellazione e rendering ad alte prestazioni.

Massimo Chiriatti, CTIO di Lenovo ha affermato che l’azienda contribuisce attivamente allo sviluppo del mercato dell’intelligenza artificiale per le imprese italiane ed europee, collaborando con i professionisti di Seeweb per progettare soluzioni che combinano alte prestazioni ed efficienza operativa.

Grazie a questa partnership, Seeweb può contare su un leader globale del settore IT, beneficiando di strumenti e servizi per accelerare i risultati e migliorare la produttività aziendale. Queste soluzioni rappresentano una scelta strategica per l’evoluzione del modello di business di Seeweb, rafforzandone la posizione nel mercato AI.

Per maggiori informazioni è possibile visitare: https://www.seeweb.it/prodotti/cloud-server-gpu

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Alcol ed episodi violenza, chiuso per altri 15 giorni il Piper

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Alcol ed episodi violenza, chiuso per altri 15 giorni il Piper

(Adnkronos) – Abuso di alcol e numerosi episodi di violenza registrati dall’inizio dell’anno. Per questi motivi sono scattati nuovamente i sigilli della polizia per il Piper, storico locale di via Tagliamento, a Roma, che resterà chiuso per altri 15 giorni. Il locale era stato chiuso già lo scorso novembre, quando il questore di Roma aveva disposto la sospensione della licenza per le criticità riscontrate sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica.  

”Nonostante la collaborazione che la proprietà avrebbe assicurato in termini di operazione di sicurezza – sottolinea la questura di Roma – gli agenti del II distretto Salario Parioli, dallo scorso dicembre a oggi, quasi ogni fine settimana, hanno però registrato un bollettino di contusi e feriti”. Nel dettaglio, le risultanze investigative hanno condotto a ritenere che la maggior parte dei reati commessi all’interno del locale e nelle sue adiacenze siano scaturite dall’abuso di alcool da parte dei clienti stessi. Dall’inizio dell’anno, ammonterebbero a sei i gravi episodi segnalati alle forze dell’ordine.  

Non ultima, una brutale aggressione ai danni di un ventenne, che avrebbe riportato una prognosi di 20 giorni per frattura delle ossa nasali. Andando a ritroso, la notte di Capodanno, la dispersione di sostanze urticanti all’interno del locale avrebbe reso necessaria l’evacuazione in strada degli avventori. Un’escalation di interventi della polizia e segnalazioni pervenute alla sala operativa della questura per fatti violenti in cui sarebbero stati coinvolti frequentatori del locale ha, pertanto, reso necessaria l’adozione di un ulteriore provvedimento di sospensione della licenza nei confronti del titolare. Da oggi, lo storico luogo di ritrovo della movida romana resterà chiuso per i prossimi 15 giorni. 

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Cheratocongiuntivite primaverile, cos'è e perché le lacrime 'raccontano' la malattia

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Cheratocongiuntivite primaverile, cos'è e perché le lacrime 'raccontano' la malattia

(Adnkronos) – Una lacrima sul viso può raccontare molto, anche da un punto di vista clinico. Soprattutto se raccolta con il test di Schirmer: un esame semplice da eseguire, usato comunemente in oculistica, che i ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno trasformato in una chiave d’accesso all’universo immunologico della cheratocongiuntivite primaverile (Vkc), una forma rara e grave di allergia oculare che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. I risultati di questo lavoro sono stati recentemente pubblicati sulla rivista ‘Allergy’, tra le più autorevoli in ambito allergologico e immunologico. Lo studio è frutto di una collaborazione tra l’Unità di ricerca Cellule linfoidi dell’immunità innata e l’ambulatorio multidisciplinare dedicato a questa patologia, coordinato dall’Unità operativa di Allergologia e dall’Uo di Oculistica. 

La cheratocongiuntivite primaverile o vernal (primaverile in latino) è una forma di allergia oculare particolarmente severa che provoca prurito, lacrimazione, fotofobia e con un impatto significativo sulla qualità della vita dei piccoli pazienti. E’ caratterizzata da una infiammazione della congiuntiva più complessa e più grave di quella presente nella congiuntivite allergica propriamente detta (da pollini, acari, muffe), con un maggior rischio di complicanze quali cheratite, ulcere corneali, cheratocono. Sebbene siano disponibili terapie locali – dagli antistaminici ai corticosteroidi fino ai colliri immunosoppressivi – non tutti i bambini rispondono allo stesso modo ai trattamenti. 

Lo studio multidisciplinare condotto da medici e ricercatori del Bambino Gesù ha analizzato 58 campioni lacrimali di pazienti con Vkc, prelevati attraverso il test di Schirmer, un esame di routine utilizzato per valutare la produzione di lacrime, che consiste nell’applicazione di una strisciolina di carta assorbente nel fornice congiuntivale inferiore.  

“Abbiamo scoperto che questo semplice test, già usato abitualmente nella visita oculistica, ci consente di raccogliere cellule immunitarie presenti sulla superficie oculare e di analizzarne la composizione – spiega Paola Vacca, responsabile dell’Unità di ricerca Cellule linfoidi dell’immunità innata – Questo ci permette di capire quanto è attiva l’infiammazione e se il paziente sta rispondendo alla terapia o ha bisogno di un cambiamento di trattamento”. Lo studio ha mostrato una chiara correlazione tra la quantità di leucociti (cellule del sistema immunitario) presenti nella lacrima e la risposta alla terapia. I bambini non trattati o non responsivi alle cure presentavano un numero elevato di cellule infiammatorie, mentre quelli che mostravano un miglioramento clinico avevano un ridotto numero di cellule infiammatorie. 

“Grazie a questi dati, possiamo oggi individuare soglie di riferimento per valutare la gravità della patologia e prevedere l’efficacia del trattamento”, sottolinea Maria Cristina Artesani, allergologa dell’Ambulatorio dedicato alla cheratocongiuntivite primaverile. “Il nostro obiettivo è offrire ai bambini cure più mirate, evitando terapie poco efficaci o troppo aggressive”, conferma Mariacristina Esposito, dell’Unità operativa di Oculistica. La possibilità di monitorare l’efficacia dei trattamenti attraverso un esame non invasivo rappresenta un passo importante verso una medicina sempre più personalizzata, rimarcano dal Bambino Gesù. Il test, infatti, è ben tollerato anche dai pazienti più piccoli e può essere ripetuto nel tempo per seguire l’evoluzione della malattia. 

“Questo studio è il frutto di una sinergia concreta tra assistenza e ricerca, resa possibile grazie all’organizzazione trasversale dell’ospedale – conclude Nicola Tumino, dell’Unità di ricerca Cellule linfoidi dell’immunità innata – Per quanto molto impegnativa, siamo orgogliosi ed entusiasti di questa impostazione di lavoro che, come sempre, pone al centro la cura dei nostri piccoli pazienti e al contempo favorisce il progredire delle conoscenze scientifiche per diagnosi sempre più precise e terapie più mirate”.  

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