Cronaca
Egiziano 25enne rapina cittadino romano colpendolo con una bottiglia di vetro. Fondamentale l’intervento dei Carabinieri

Non se ne può più. Roma è sempre meno sicura, in balia di sbandati che creano soltanto problemi alla collettività e purtroppo – dati alla mano – gran parte dei reati è spesso commessa da cittadini stranieri.
Per fortuna però che i Carabinieri della Stazione di Roma Trionfale, hanno arrestato un egiziano di 25 anni, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato di rapina aggravata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
I fatti accaduti nel quartiere Cipro
Nel dettaglio, in via degli Ammiragli, il 25enne, avrebbe colpito alla testa con una bottiglia di vetro, un 35 enne romano, al fine di sottrargli il cellulare, tentato poi la fuga a piedi. I militari arrivati sul posto, hanno subito raggiunto e bloccato il 25enne, riuscendo a recuperare il telefono che è stato restituito alla vittima che ha presentato denuncia querela. Raccolti gravi indizi di colpevolezza, il 25 enne è stato condotto in caserma per l’arresto e, durante le fasi di identificazione, nel tentativo di sottrarsi al controllo ha colpito con calci e pugni i militari. L’uomo è stato arrestato e d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, è stato accompagnato presso il carcere di Roma Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui la custodia in carcere.
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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