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pres. Commissione De Priamo, “delega a Racis per esami, tra amicizie Emanuela c’è chi sa verità”

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pres. Commissione De Priamo, “delega a Racis per esami, tra amicizie Emanuela c’è chi sa verità”

La Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, presieduta dal senatore Andrea De Priamo, delegherà al Racis dei carabinieri accertamenti fonici, ad esempio su telefonate, ed accertamenti grafici anche con l’obiettivo di arrivare a identificare l’autore di lettere e comunicati di rivendicazione scritti. A due giorni dall’anniversario dei 42 anni dalla scomparsa di Emanuela, la cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983, è lo stesso presidente Andrea De Priamo a riferirlo all’Adnkronos facendo il punto a più di un anno dall’inizio dei lavori parlamentari. E assicura che nessuna pista è ancora esclusa né privilegiata ma si dice convinto che “qualunque pista esista o qualunque sia la verità che stiamo cercando una cosa è certa: questa verità è custodita da qualche persona che gravitava nel giro delle amicizie di Emanuela Orlandi nell’istituto Tommaso Ludovica da Victoria“.

GLI ACCERTAMENTI TECNICI – “Abbiamo la collaborazione del Racis, il raggruppamento dei carabinieri che si occupa di indagini tecnico-scientifiche e gli delegheremo accertamenti fonici – ad esempio sulle telefonate e ciò che si dispone dell’epoca – e accertamenti grafici”. De Priamo spiega che una priorità sulla quale la Commissione sta lavorando “è capire perché, a partire da una certa data, i rapitori di Emanuela Orlandi – che da quel punto rivendicarono anche la sparizione di Mirella Gregori – iniziarono a far ritrovare lettere e comunicati di rivendicazione scritti a mano. Quasi come gesto di sfida nei confronti degli inquirenti, ostentando una strana sicurezza nella consapevolezza di non essere identificati e arrestati. Oggi c’è la possibilità di identificare l’autore di quelle lettere anche perché su quei fogli e sulle buste devono essere state lasciate impronte digitali e dna sotto i francobolli utilizzati per spedirle”. All’epoca non c’erano le tecnologie di oggi, sottolinea De Priamo, aggiungendo che anche su questo materiale saranno disposti accertamenti. “La Commissione ha la fortuna – e ne sono davvero grato – di avere un’importante collaborazione della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di finanza che gestisce in modo inappuntabile l’archivio. Un vero e proprio supporto interforze che è un punto di onore per la Commissione e svolge il suo lavoro in maniera eccellente”, conclude.

LA RAGAZZA MISTERIOSA – “Ci sono molti elementi che ci portano a dire che vi era almeno una ragazza presente con Emanuela fino all’ultimo momento e che può aver visto o saputo dove è andata prima di ‘scomparire nel nulla’”, sottolinea De Priamo. “A questo proposito dovremo riesaminare la testimonianza di Raffaella Monzi, una delle allieve della scuola di musica che vide Emanuela per ultima, alla fermata dell’autobus su corso Rinascimento prima che sparisse: quella della Monzi è stata una delle testimonianze più importanti di tutto il caso Orlandi ed è peraltro riportata nella stessa denuncia di scomparsa presentata da Natalina Orlandi (sorella della ragazza, ndr) il 23 giugno 1983 – osserva il presidente – Monzi disse, fra le altre cose, che Emanuela le aveva confidato di aver preso appuntamento con una persona per fare volantinaggio a una sfilata di moda attraverso una sua amica”. “Identificare questa amica è una delle priorità che abbiamo, è il punto nevralgico dell’intera vicenda – aggiunge il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta – Esiste un’amica di Emanuela che o era colei che l’aveva avviata alla proposta di lavoro dell’Avon e quindi tecnicamente ‘complice’ di un tragico inganno ai danni della ragazza o, in alternativa, colei che conosceva la verità se dovessimo immaginare che Emanuela possa aver utilizzato la vicenda Avon come una sorta di ‘copertura’ per qualsiasi altra attività. Cosa che, voglio specificare, non significherebbe gettare alcuna ombra sulla vita di Emanuela ma semplicemente immaginare che – come ogni adolescente, allora come oggi – possono esserci a volte piccoli segreti che si nascondono alla propria famiglia”.

LE PISTE – “La Commissione sta svolgendo un grande lavoro di approfondimento: in un anno ha messo in campo più di 70 audizioni, ha raccolto documentazione per più di 110mila pagine e sta svolgendo, anche attraverso i consulenti, un grande impegno per l’esame di questo materiale. Ad oggi le piste sono ancora tutte aperte“, precisa De Priamo. Continuano quindi “l’approfondimento sugli ambienti interni alla scuola di musica; la cosiddetta pista di Londra, portata avanti in particolar modo negli ultimi tempi da Pietro Orlandi; la cosiddetta pista internazionale, che molto frettolosamente alcuni hanno stabilito essere decaduta ma che ha molti elementi suggestivi considerando le tempistiche rispetto all’allora contestuale istruttoria sull’attentato al Papa e le inquietanti coincidenze delle telefonate e dei messaggi lasciati rispetto all’avanzare della rogatoria a Sofia che era in atto”. “C’è poi la pista della asserita trattativa Stato-Vaticano
a mio avviso fortemente ridimensionata visto che, in una lunga e attenta audizione, l’ex procuratore Giancarlo Capaldo ha evidenziato che, obiettivamente, non c’è mai stata una trattativa legata alla riconsegna di Emanuela Orlandi o dei suoi resti in relazione alla sepoltura di Enrico de Pedis a Sant’Apollinare – osserva De Priamo – c’è inoltre la pista di una predazione sessuale che non è esclusa e su cui sono in atto approfondimenti; si è poi parlato – e Pietro Orlandi ha spesso respinto con forza questa ipotesi – di un ipotetico coinvolgimento di qualche familiare e su questo aspetto si è concentrata l’attenzione sulla figura di Mario Meneguzzi (zio della ragazza, ndr). Ma anche in questo caso non è mai emerso alcun elemento di riscontro“. “Noi abbiamo l’obbligo di esaminare tutte le ipotesi di scenario, spesso dovendo fare un pesante lavoro di debunking di notizie e informazioni false”. In questo senso, la Commissione sta facendo approfondimenti anche sulla questione delle presunte avances verbali che Meneguzzi fece verso Natalina Orlandi (sorella di Emanuela ndr), “che è un po’ particolare ma sulla quale, ripeto, ad oggi non posso dire esistano collegamenti con la scomparsa di Emanuela – conclude – Infine la fantomatica pista della ‘tratta delle bianche’ – peraltro smentita nel 1987 dall’allora professore Franco Ferracuti il quale spiegò bene l’anacronismo di questa ipotesi – è al centro di una attenta verifica da parte della Commissione e penso sarà una delle prime sulle quali riusciremo a dare qualche elemento”.

LA PISTA DI LONDRA – “Abbiamo dato la dovuta attenzione anche alla cosiddetta pista di Londra, svolgendo un’indagine preliminare rispetto ai materiali ricevuti da Pietro Orlandi. Pur ritenendo, almeno personalmente, che vi sia una forte azione di ‘intossicazione’ rispetto a questi documenti, a più riprese dichiarati falsi – e fermo restando che li stiamo approfondendo – riteniamo assolutamente doveroso capire chi – lavorando da molto tempo – ha fabbricato questi documenti e abbia portato in particolar modo l’attenzione di Pietro Orlandi su questa pista”, osserva il presidente precisando che “certamente” la Commissione sta lavorando per identificare il presunto ex Nar che contattò Pietro, fratello di Emanuela, proprio sulla pista di Londra.

L’IPOTESI DELLA TRATTATIVA – “Mi sento di escludere una trattativa tra Stato e Vaticano rispetto alla vicenda della sepoltura di Enrico De Pedis a Sant’Apollinare. Quest’ultima è un fatto anomalo, ma abbiamo approfondito con grande attenzione la cosiddetta trattativa rivelando che non vi è stata”, osserva il presidente della Commissione. “Ciò non esclude che De Pedis o ambienti a lui vicini possano aver avuto un ruolo nella vicenda Orlandi – continua De Priamo – Dobbiamo ricordare che ci sono identikit – legati alle testimonianze degli amici di Emanuela rispetto a quelle vicende in cui la ragazza fu seguita – che potrebbero ricollegare a figure legate alla criminalità romana che potrebbero aver avuto un ruolo, tenendo conto che non vi era una monolitica banda della Magliana, ma a volte azioni svolte come una sorta di ‘agenzia del crimine’ su commissione di terze persone”.

I CASI DI EMANUELA E MIRELLA – “Ad oggi è prevalente l’ipotesi che la vicenda di Mirella Gregori sia slegata da quella di Emanuela Orlandi anche se non si è data una risposta al fatto che le due vicende furono collegate e addirittura i telefonisti scelsero il caso di Mirella per imbastire una strategia finalizzata a mettere sotto pressione il Quirinale – sottolinea il presidente – Resta questo elemento, che non va sottovalutato, ma prevale l’ipotesi che le due vicende siano scisse”. “Sulla vicenda di Mirella Gregori la Commissione è unanime nel ritenere che la verità sta nei pochi attimi legati al momento in cui uscì di casa, fermandosi circa venti minuti nel bar della famiglia De Vito, si sarebbe confrontata con Sonia per poi uscire e dirigersi verso il monumento del Bersagliere e, probabilmente, non verso Villa Torlonia – continua De Priamo – E’ in quel contesto che dobbiamo insistere”. “La vicenda di Mirella sembra quella di una persona attirata con un tranello o l’inganno a un fantomatico appuntamento che è stato per lei fatale”, aggiunge De Priamo.

UNA VERITA’ STORICA: “Pervenire a una verità solida storica è il nostro obiettivo e siamo convinti che potremo riuscire a farlo. C’è un’incredibile serie di elementi e coincidenze che rendono credibili tutte le piste principali ed è un lavoro dunque complicato”, precisa De Priamo. “Non possiamo essere certi di arrivare alla fine della legislatura a dire parola fine sulla vicenda, ma siamo fiduciosi di arrivare scrivere almeno una verità storica e scartare definitivamente alcune piste che hanno fatto perdere anni agli inquirenti, allontanando dalla verità”, conclude. (di Sara Di Sciullo)

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Scuola, l’istituto Galice di Civitavecchia premiato al ministero

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Scuola, l’istituto Galice di Civitavecchia premiato al ministero

(Adnkronos) – Solo tre scuole nel Lazio e poco più di cinquanta in tutta Italia: tra queste c’è l’istituto ‘Ennio Galice’ di Civitavecchia, premiato lunedì 29 settembre dal ministero dell’Istruzione e del Merito con il prestigioso riconoscimento di buona pratica da parte della Scuola di alta formazione del personale scolastico (Safi). A ritirare il riconoscimento per l’istituto Galice, è stata la professoressa Manuela De Angelis, animatrice digitale e referente del progetto, che ha illustrato il percorso svolto dall’istituto. “Il nostro progetto è nato dall’input della dirigente scolastica dello scorso anno, la professoressa Angela Fato, che ringrazio di cuore per averci guidato in questo cammino. Ringrazio anche il team digitale, Valentino Magliaro, responsabile Canva per l’Italia, e la nuova dirigente, professoressa Francesca De Luca, che continua a sostenerci con entusiasmo, insieme a tutti i colleghi che si sono messi in gioco con coraggio e passione”, ha detto De Angelis a margine della premiazione avvenuta presso la sala Aldo Moro del ministero in viale Trastevere. Il premio è stato conferito per il progetto ‘Uno spazio immersivo per l’innovazione’, che ha portato l’Istituto a entrare ufficialmente nel Catalogo nazionale delle buone pratiche, uno strumento pensato per diffondere esperienze educative di qualità e supportare lo sviluppo di nuove linee guida per la scuola italiana. 

Il progetto ‘Spazio immersivo’ ha come obiettivo la creazione di ambienti didattici innovativi basati su Tinkering, Steam e Making, con l’utilizzo di tecnologie immersive e realtà virtuale. L’iniziativa ha permesso ai docenti non solo di acquisire competenze digitali avanzate, ma anche di sviluppare nuovi contenuti didattici in grado di stimolare il coinvolgimento cognitivo ed emotivo degli studenti. La formazione è stata concepita come leva strategica per favorire una costante ricaduta curricolare, rafforzando la corrispondenza tra aggiornamento professionale degli insegnanti e miglioramento della qualità dell’apprendimento. 

L’Istituto Galice, già riconosciuto come ‘Canva for education district school’, conferma così la propria vocazione all’innovazione didattica e alla costruzione di una scuola realmente equa, efficace e capace di preparare cittadini consapevoli e partecipi. La dirigente scolastica, Francesca De Luca, ha espresso grande soddisfazione: “Un riconoscimento che va ad un istituto che solo da quest’anno ho l’onore di dirigere e che si distingue per l’elevata qualità della didattica, non più tradizionalmente intesa, ma rispondente ai nuovi bisogni formativi e all’’approccio reticolare dei digital natives. I nostri ragazzi avvertono l’esigenza di trovare rispondenza tra il loro modo di conoscere e di curiosare nel mondo con le strategie e tecniche all’avanguardia che la scuola può offrire, alla luce dei massivi investimenti di finanziamenti europei, i quali hanno consentito di creare ambienti di apprendimento sempre più stimolanti ed efficaci”.  

 

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Fondazioni Monti e Lottomatica insieme per un nuovo centro di neuropsichiatria infantile

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Fondazioni Monti e Lottomatica insieme per un nuovo centro di neuropsichiatria infantile

(Adnkronos) – Una partnership strategica a favore dell’infanzia, in un “progetto di grande respiro umano e sociale che vede il paziente al centro in ogni fase del processo di cura e il continuo miglioramento della qualità assistenziale”. Per realizzarlo la Fondazione Luigi Maria Monti (Idi) e la Fondazione Lottomatica hanno deciso di lavorare insieme per dare vita a un nuovo Centro di neuropsichiatria infantile presso il centro di riabilitazione ‘Villa Santa Margherita’ a Montefiascone (Viterbo).  

Per padre Giuseppe Pusceddu, presidente della Fondazione Luigi Maria Monti, “si tratta di un’iniziativa di grande valore socio sanitario”, oltre che “morale ed etico. Un impegno che migliora gli strumenti a servizio dell’infanzia e in particolare in un’area, quella neuropsichiatrica, dove il bisogno di assistenza è davvero fondamentale anche a livello di conforto della persona”.  

La partnership permetterà la realizzazione di nuovi percorsi terapeutici: verranno anche ristrutturati gli spazi esistenti a Villa Santa Margherita e acquistate nuove attrezzature. Si tratta di un primo passo di una collaborazione che potrà portare in futuro altri elementi di crescita comune nell’assistenza ai pazienti. “Tutto questo – spiega Alessandro Zurzolo, consigliere delegato della Fondazione Luigi Maria Monti – per rendere il Centro di neuropsichiatria infantile un ambiente accogliente, rassicurante e stimolante, che possa rispondere alle esigenze specifiche dei bambini e degli adolescenti e migliorare il loro benessere complessivo, dal punto di vista sia clinico che sociale e familiare”. 

“Per noi è fondamentale che l’attività d’impresa si traduca in un contributo concreto al bene comune – dichiara il presidente di Fondazione Lottomatica, Riccardo Capecchi – per questo motivo la Fondazione, espressione dell’impegno sociale del gruppo, individua e sostiene progetti ad alto impatto sociale promossi da realtà autorevoli e radicate sul territorio, mettendo al centro le persone e le comunità in cui operiamo”.  

Fondazione Lottomatica ha infatti “risposto – si legge in una nota – alla richiesta della Fondazione Luigi Maria Monti che nel gennaio del 2025 ha avviato la raccolta di manifestazioni di interesse per l’erogazione di un contributo liberale per la realizzazione del progetto. Fondazione Lottomatica ha quindi predisposto un significativo sostegno economico in favore del centro di riabilitazione Villa Santa Margherita”. Con questo contributo Fondazione Lottomatica ribadisce il suo “impegno, attraverso iniziative di studio, ricerca, formazione ed informazione, a contribuire ad una più ampia consapevolezza e comprensione delle problematiche sociali, economiche e dello sviluppo sostenibile, sia a livello locale che globale”.   

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