Attualità
Tamara Ianni e la forza di rompere il silenzio. Una voce contro la mafia di Ostia

In un’Italia dove troppo spesso il silenzio è più forte della giustizia, la storia di Tamara Ianni è un grido potente che squarcia il complice silenzio; ex affiliata a uno dei clan criminali più feroci di Ostia, oggi è una collaboratrice di giustizia. Una donna, una madre, che ha scelto di denunciare, mettendo a rischio tutto, persino la vita della propria famiglia, pur di dire basta.
Il suo nome è emerso ancora una volta grazie a Belve Crime, programma condotto da Francesca Fagnani, che ha avuto il coraggio di affrontare in prima serata temi molto delicati. Nella sua intervista a volto coperto, Tamara Ianni ricorda i momenti che hanno segnato il suo passaggio da complice a testimone chiave nella lotta contro il clan Spada, una delle organizzazioni mafiose più temute del litorale romano; con le sue confessioni e quelle del marito, Micheal Galloni – nipote del boss rivale Giovanni Galleoni detto Baficchio – lo Stato è riuscito ad arrestare 32 membri del clan Spada nel 2018. Una frattura storica nella criminalità organizzata della capitale.
Il prezzo pagato da Tamara Ianni per aver scelto di parlare è stato altissimo, tra intimidazioni, violenze e minacce al figlio di appena due anni: e un boss con lamette infette in bocca, pronto a sputare sangue sul volto di un bambino innocente, nel tentativo di seminare terrore e sottomissione. In quel momento, Tamara ha alzato la testa, non per sé, ma per salvare suo figlio, e in quel gesto si concentra tutta la forza di una donna che ha deciso di rompere la catena del silenzio.
La sua non è solo una testimonianza processuale, è una lezione morale, un atto di coraggio che dimostra come la mafia possa essere affrontata, smascherata e persino colpita nei suoi equilibri più profondi, a patto che chi sceglie di parlare non venga lasciato solo, ma sostenuto, protetto, accompagnato da uno Stato che mantenga la promessa di giustizia.
Ed è proprio qui che si apre una ferita ancora aperta, una domanda scomoda e urgente: cosa stiamo facendo davvero per chi decide di denunciare? L’attentato del 2018, con un ordigno piazzato sulla casa dove Tamara viveva sotto protezione, ci ricorda che il rischio non finisce con una condanna, che la vendetta mafiosa è lenta, subdola, pronta a colpire nel tempo, e che chi collabora con la giustizia spesso è condannato a un’esistenza precaria, fatta di traslochi improvvisi, identità cancellate, isolamento sociale…
In un’Italia dove la criminalità organizzata continua a infiltrarsi nelle periferie, nei quartieri dimenticati, nei vuoti lasciati dalle istituzioni, figure come Tamara Ianni dovrebbero essere riconosciute come figure esemplari, simboli di un cambiamento possibile, di una scelta che, pur nel dolore, ha un valore collettivo enorme. Ma quante donne, quante madri, troverebbero la forza di fare lo stesso, sapendo di dover rinunciare a tutto, anche al diritto di vivere una vita normale?
Per questo la sua storia va ricordata, raccontata, portata nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi della politica e della formazione, perché i giovani capiscano che la mafia non è invincibile e che dire no è possibile.
A volte, il vero eroismo non è nell’impugnare un’arma, ma nel trovare il coraggio di rompere il silenzio, anche quando tutti ti dicono di tacere.
Attualità
A 19 anni trova l’ultimo parcheggio: addio a Francesco Marrocco domani ai funerali.

#TragediaInCiociaria: Un fiore reciso troppo presto racconta la storia del giovane Francesco Marrocco, vittima di un incendio d’auto. Un ricordo che lascia il segno. 🌹🕯️
Francesco Marrocco, un giovane di soli 19 anni, ha perso la vita in un tragico incidente automobilistico in Ciociaria. Intrappolato nell’abitacolo della sua auto, che ha preso fuoco dopo lo schianto, non ha avuto scampo. La comunità è sconvolta dalla perdita improvvisa e devastante.
Le persone che conoscevano Francesco lo ricordano con affetto e commozione. Descrivono il ragazzo come un “fiore reciso troppo presto”, evidenziando la sua vitalità e la sua gentilezza, caratteristiche che lo rendevano speciale agli occhi di chi aveva la fortuna di conoscerlo.
La tragedia ha scosso profondamente amici e familiari, lasciando un vuoto incolmabile. “Un giovane con un futuro brillante davanti”, dicono in molti, ricordando i suoi sogni e le sue passioni. Una vita interrotta in un attimo, rendendo ancora più doloroso il pensiero di ciò che avrebbe potuto realizzare.
Il ricordo di Francesco continua a vivere nei cuori di chi lo amava, un richiamo a non dimenticare mai la fragilità della vita e l’importanza di celebrare ogni istante con coloro che apprezziamo di più.
Attualità
Bimbo Sfugge al Bagno Forzato: Festa del Clan Casamonica Finisce con Eliambulanza

#Dramma nella capitale: bimbo di 4 anni rischia di annegare nella piscina della villa dei Casamonica. Tensione e paura tra i presenti.
Momenti di autentico terrore a Roma, nella sontuosa villa del noto clan Casamonica, dove una festa privata ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Un bimbo di soli 4 anni ha rischiato di annegare mentre giocava in piscina, sotto gli occhi increduli delle 40 persone presenti all’evento.
“Piscina” e “idromassaggio”: parole che evocano relax e tranquillità, ma che ieri hanno fatto da sfondo a una scena drammatica. La villa, famosa per i suoi lussi ed eccessi, è ora al centro di un’indagine che coinvolge la Procura della Repubblica dei Minori.
L’incidente si è verificato durante una festa che sembrava procedere senza intoppi. Tuttavia, in pochi istanti, l’atmosfera festosa si è trasformata in panico. Il bimbo, sfuggito per un attimo alla supervisione degli adulti, è stato visto annaspare prima di scomparire sotto l’acqua.
La prontezza dei soccorsi è stata decisiva. Grazie all’intervento tempestivo dell’eliambulanza, il piccolo è stato rapidamente trasferito in ospedale, dove ora si trova ricoverato in terapia intensiva.
Il dramma ha sollevato numerosi interrogativi sulla sicurezza durante eventi con un alto flusso di persone, soprattutto in presenza di bambini. Le indagini continueranno per chiarire le dinamiche dell’accaduto e valutare eventuali responsabilità.
La capitale, ancora una volta, si trova a fare i conti con gli echi di un vecchio nome legato a cronache spesso travagliate. L’intera comunità spera ora in una rapida ripresa del bambino coinvolto nell’incidente.
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