Roma e dintorni
Trovate morte a Roma, donna e neonata sono mamma e figlia

L’esito dell’esame del Dna ha confermato il rapporto di parentela tra la donna e la neonata di pochi mesi trovate morte nel parco di Villa Pamphili, a Roma, sabato scorso: sono madre e figlia.
Intanto, dopo che la polizia ha diffuso ieri le foto dei quattro tatuaggi che erano sul corpo della donna, al 112 sono arrivate diverse chiamate. Le segnalazioni sono al momento al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile, che continua a indagare. Oggi nel parco romano ci sarà un nuovo sopralluogo per eseguire ulteriori approfondimenti.
Sono state intanto inviate anche alle banche dati estere le impronte dattiloscopiche della donna di circa trent’anni. Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che procede per l’ipotesi duplice omicidio aggravato, anche gli esiti del Dna verranno inviati all’estero se non si riuscirà prima a risalire all’identità della donna. Dai risultati dell’autopsia sono emersi segni sul collo della neonata che fanno ritenere che possa essere stata strangolata mentre sul corpo della donna non ci sono segni di violenza.
Le informazioni sulla donna, cosa sappiamo
La polizia ha parlato di “una donna dall’età presumibile di 20/30 anni”, dunque più giovane di quanto non si pensasse in un primo momento, dai “lineamenti caucasici”. “Aveva i capelli chiari” ed era “alta 1.64 per un peso di 58 kg”. Quattro i tatuaggi sul corpo della donna: le immagini, diffuse dalla Questura, mostrano un primo tatuaggio che la donna aveva sulla parte interna del piede destro, vicino al malleolo, un secondo presente sulla fascia addominale superiore della vittima e un terz osulla parte esterna del braccio destro, all’altezza dell’omero. Infine un quarto sul braccio destro, altezza omero lato interno, che sembra rappresentare due pappagalli bianchi.
Roma e dintorni
Roma, 18enne ustionato mentre accende barbecue sul terrazzo: è grave

(Adnkronos) – Un ragazzo, appena 18enne, è rimasto ustionato mentre accendeva il barbecue sul terrazzo condominiale usando una bottiglia contenente del liquido infiammabile. È accaduto in via Sirolo a Roma e sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Roma San Basilio.
Da una prima ricostruzione c’è stato un ritorno di fiamma con l’esplosione della bottiglietta e il giovane è rimasto ustionato alla parte superiore del corpo. Trasportato in codice rosso all’ospedale Umberto I, è ricoverato in prognosi riservata per ustioni di secondo grado.
Roma e dintorni
West Nile, salgono a due i morti nel Lazio. In Campania la prima vittima: deceduto 80enne

(Adnkronos) – Secondo decesso per il virus West Nile oggi, lunedì 28 luglio, nel Lazio. Un 77enne con patologie croniche pregresse è morto oggi, lunedì 28 luglio, alle 6.20 all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. L’uomo era residente a Isola dei Liri e aveva soggiornato di recente a Baia Domizia nel Casertano.
Trapiantato di cuore nel 2014 e in follow-up presso l’Ao San Camillo Forlanini, era affetto da insufficienza renale cronica. Era stato ricoverato il 26 luglio per febbre elevata (fino a 40° c), insorta dal 20 luglio e la diagnosi è stata poi confermata con positività del virus su plasma e urine il 28 luglio.
La prima vittima del virus West Nile nel Lazio è stata una donna di 82 anni che, residente a Nerola, è morta il 20 luglio scorso all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi in provincia di Latina. Era stata ricoverata il 14 luglio scorso per febbre e stato confusionale.
In provincia di Roma i Comuni di presunta esposizione sono Anzio e Nettuno. Dei 44 casi di confermata positività al virus West Nile: 18 pazienti risultano attualmente ricoverati in reparti ordinari per altre patologie, tre sono stati dimessi, 19 sono in cura presso il proprio domicilio e due pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva.
Sedici nuovi casi di positività al virus West Nile sono stati confermati dalle analisi effettuate presso il Laboratorio di virologia dell’istituto nazionale per le malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ Irccs, (4 casi con sindrome neurologica e 12 casi con febbre da West Nile Virus) con un decesso oggi con probabile esposizione nella provincia di Caserta.
Con questi ultimi accertamenti salgono a 44 le conferme diagnostiche di positività di infezione da West Nile virus nel 2025, registrati in provincia di Latina (41 casi totali, inclusa la paziente deceduta la scorsa settimana presso l’ospedale di Fondi) e in provincia di Roma (2 casi) e uno fuori Regione con probabile esposizione in provincia di Caserta. In provincia di Latina i Comuni di presunta esposizione sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia.
Soffriva di gravi patologie pregresse, l’anziano di 80 anni, morto all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano a Caserta in seguito all’infezione da West Nile. Prima vittima in Campania per la “febbre del Nilo” l’uomo era originario di Maddaloni ed era ricoverato da venerdì presso il reparto di medicina d’urgenza. In ospedale è ricoverato per la stessa infezione anche un altro anziano, sempre di Maddaloni.
Il West Nile è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, in particolare del genere Culex pipiens, che colpisce soprattutto gli uccelli selvatici. Le zanzare si infettano pungendo gli uccelli e a volte trasmettono il virus anche a ospiti accidentali come il cavallo e l’uomo. La zanzara che trasmette il virus West Nile non è la zanzara tigre, bensì la nostra zanzara comune notturna, che punge dal tramonto all’alba. Altre possibili vie di trasmissione comprendono la trasfusione di sangue e il trapianto di organi da donatori infetti e ancor più raramente sono state segnalate infezioni congenite trasmesse dalla madre al feto attraverso il latte umano.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (una persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
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