Mentre stavo tornando a casa da una tranquilla passeggiata, un ragazzo che avevo già visto mi ha aggredito senza motivo. Dopo avermi spinto e insultato, le minacce si sono fatte sempre più pesanti, fino a quando non mi ha sferrato un calcio. Nonostante la provocazione, ho deciso di non cedere alla violenza. Questo video racconta come ho gestito la situazione e perché ho scelto di non reagire fisicamente, pensando che fosse tutta una provocazione per portarmi dalla parte del torto.
Ho riflettuto su quanto è assurdo che durante una normale passeggiata: un ragazzo che avevo già notato in metro, riconoscibile per un vistoso tatuaggio “ACAB” sulla fronte, mi ha improvvisamente spinto e insultato. Alle mie richieste di spiegazioni, ha iniziato a minacciarmi pesantemente, parlando persino di armi e di quanto avrebbe potuto farmi male.
Quando ha capito che non avevo paura, ha reagito con violenza: mi ha sferrato un calcio con i suoi anfibi rinforzati e poi ha tentato di colpirmi con un monopattino. Alla fine ha provato a fuggire nella metro, ma è stato fermato dalla guardia della stazione, che aveva notato la sua aggressività.
Nemmeno l’arrivo delle forze dell’ordine lo ha calmato: ha continuato a minacciare, a provocare e perfino a dire che mi avrebbe ucciso. Nonostante tutto, ho scelto di non cadere nella trappola della violenza: ho cercato di fargli capire quanto fosse inutile quel comportamento e che forse era arrivato il momento di cambiare strada.
Un episodio che dimostra quanto sia difficile, ma necessario, mantenere la calma di fronte a chi cerca lo scontro a tutti i costi, sospettando che dietro ci sia qualcuno che vuole portarti a reagire per dirti che si un fascista violento.
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