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Topi in un ristorante di via Prenestina. Polizia chiude l’attività per gravi rischi per la salute

Roma, sequestrato ristorante etnico sulla via Prenestina: gravi carenze igienico-sanitarie e di sicurezza
Un ristorante etnico di ampie dimensioni, situato lungo via Prenestina, è stato sottoposto a sequestro preventivo da parte della Polizia di Stato a seguito di una serie di gravi irregolarità riscontrate nel corso di un’accurata ispezione.
L’operazione, condotta nei giorni scorsi dal personale della Divisione Amministrativa della Questura di Roma, con il supporto degli agenti del Distretto competente e della Squadra Mobile, rientra in un piano di controlli mirati lungo l’antica consolare romana, già in epoca imperiale arteria di collegamento tra Roma e Palestrina.
L’attività ispettiva si è concentrata su un esercizio di ristorazione gestito da una società a responsabilità limitata il cui amministratore e socio di maggioranza sono cittadini originari della Repubblica Popolare Cinese.
Numerose e gravi le criticità riscontrate, sin dal primo accesso alla struttura, articolata su due livelli: assenza totale di estintori – o, laddove presenti, con revisione scaduta da anni e utilizzati impropriamente come fermaporte – uscite di emergenza ostruite, impianto elettrico in stato di evidente abbandono e condizioni igienico-sanitarie fortemente compromesse, in particolare nella conservazione degli alimenti.
Emblematico l’episodio avvenuto nella sala destinata alla clientela, dove gli agenti hanno avvistato un topo intento a fuggire tra sedie accatastate, simbolo tangibile di una situazione ben più estesa di degrado e incuria.
Contestualmente all’intervento della Polizia, è giunto sul posto anche il personale della ASL Roma 2, che ha disposto l’immediata distruzione degli alimenti mal conservati e ha elevato le previste contestazioni per le violazioni di competenza sanitaria.
Durante i controlli, è emersa un’ulteriore anomalia: uno dei locali interni era stato adibito a dormitorio improvvisato per il personale dipendente, composto da 45 lavoratori. Materassi e stuoie erano accatastati sul pavimento, in condizioni non compatibili con i requisiti minimi di abitabilità. Due lavoratori sono risultati privi di regolare permesso di soggiorno: l’Ufficio Immigrazione della Questura sta attualmente svolgendo accertamenti per valutare l’adozione di eventuali provvedimenti di rimpatrio nei confronti degli interessati.
Alla luce delle gravi irregolarità riscontrate sotto i profili igienico-sanitario, della sicurezza e del rispetto della normativa sull’immigrazione, gli agenti hanno proceduto al sequestro preventivo dell’intero locale. La misura è stata convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.
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I Maranza sono un problema anche per Roma. Arrestato 23enne a Trastevere

Ha selezionato con i suoi complici la sua vittima tra un gruppetto di ragazzi che si intrattenevano a fine serata, in Piazza Trilussa.
Dopo averli avvicinati con una scusa, mentre uno di loro si intratteneva con il resto del gruppo, gli altri tre hanno accerchiato la vittima spingendola a terra per strapparle la catenina d’oro dal collo. Dopo il primo tentativo non andato a buon fine, hanno provato a “rifarsi” sul marsupio, ma il giovane è riuscito a divincolarsi e a scappare. Non paghi della violenza agita poco prima, i tre lo hanno raggiunto per colpirlo prima con una bottiglia di vetro e a calci, riuscendo così a guadagnarsi il bottino preso di mira e a fuggire via.
Le indagini della Polizia di Stato hanno preso il via dalle dettagliate descrizioni fornite dalla vittima in sede di denuncia, con tanto di “primo piano” fornito dalle immagini di videosorveglianza delle telecamere presenti nella piazza romana. Quelle immagini “catturate” si sono trasformate, così, nell’ “identikit” di un tunisino di 23 anni che è stato bloccato, una settimana dopo, dagli agenti del Commissariato Trastevere mentre passeggiava da solo ed indisturbato su Ponte Sisto. I successivi riscontri hanno consentito di associare il suo volto ed il suo abbigliamento a quello di uno dei quattro presunti responsabili della rapina.
Per il tunisino, quindi, è immediatamente scattato il fermo di indiziato di delitto per rapina aggravata in concorso, successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria. Si evidenzia che le attività investigative sopradescritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile.