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Il giornale Libero in prima pagina: “Cala il fatturato ma aumentano i gay”

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Il giornale Libero in prima pagina: “Cala il fatturato ma aumentano i gay”

Il giornale Libero in prima pagina: “Cala il fatturato ma aumentano i gay”

Il giornale Libero ha pubblicato in prima pagina una frase contro i gay che ha scatenato sui social motivo di critiche. Hanno deciso di collegare il calante fatturato di questi anni con l’aumento invece dei gay, due nessi che non stanno insieme l’uno con l’altro. Ecco le parole di Libero: “Calano fatturato e pil ma aumentano i gay. Gli unici a non sentire crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione”. Hanno deciso di legare la tendenza del prodotto interno lordo in Italia con la crescita degli omosessuali. Una scelta che non è collegabile tra le due cose. Il giornale prima collega le due cose e poi dice di dubitare del collegamento. Il giornalista che ha scritto l’articolo, dopo che ha elencato gli argomenti dice: “Non c’è un link apparente tra il Pil e la fatturazione elettronica e i gay e Lino Banfi. Eppure e una foto che i turisti del tempo si porterebbero a casa”, elencano poi diverse statistiche dell’aumento degli omosessuali chiedendo poi: “C’è un link tra il calo del Pil, l’elusione delle fatture elettroniche e l’aumento dei gay dichiarati? Non lo sappiamo, ma la fotografia è quella. Anche quella. Spiega l’Italia che cambia e quella non cambia per niente – prosegue – oggi si è abbassata l’età del coming out e sono cambiati gli stili di vita. Stime ufficiose avvicinano gli orientamenti dei millennials allo storico e contestato rapporto Kinsey che negli anni Cinquanta stimava gli omosessuali intorno al 10 per cento”.

Questo argomento ha fatto arrabbiare alcune persone sui social, una in particolare su Twitter ha commentato così: “Sto ancora cercando di capire il nesso logico di questo titolo e il rapporto fra il Pil e i gay”.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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