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ROMA Sequestrati beni per quasi 10 milioni di euro

ROMA Sequestrati beni per quasi 10 milioni di euro. I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno confiscato tra disponibilità finanziarie, immobili, società e veicoli, circa 9,5 milioni di euro all’imprenditore Francesco Varsi.
ROMA Sequestrati beni per quasi 10 milioni di euro a un imprenditore. L’uomo, 71 anni, era dominus di un articolato sistema societario attraverso il quale aveva ‘schermato’ un ingente patrimonio assolutamente sproporzionato rispetto al suo modestissimo profilo reddituale. La misura è stata disposta dal tribunale di Roma Sezione misure di prevenzione. Ad eseguirla gli specialisti del Gruppo investigazione criminalità organizzata del nucleo di polizia economico finanziaria della Capitale. La decisione si colloca nell’ambito dell’azione condotta dalla locale Direzione distrettuale antimafia e dal Corpo per l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati. Le indagini vennero avviate nel 2012.
EVASIONE FISCALE
Al Varsi erano stati contestati numerosi e sistematici fatti di evasione fiscale dai quali traeva sostentamento. L’imprenditore si era servito di svariati compendi aziendali con i quali aveva costruito il reticolo societario confiscato. Un imprenditore ‘specializzato’ nella perpetrazione ‘seriale’ di reati tributari. L’imprenditore tra l’altro è gravato da molteplici precedenti penali e di polizia risalenti al 1966 per vari reati tra cui emissione di assegni a vuoto, furto, lesioni personali, minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, rapina e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
LE INDAGINI
Dalle indagini è emerso che a lui era riconducibile la gestione di compagini societarie formalmente intestate oltre che ai familiari, alla Varsi Group srl, a sua volta titolare dei pacchetti societari di altre società, allo scopo di occultare i proventi milionari derivanti dall’evasione. La macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati e l’effettiva consistenza patrimoniale ha consentito di richiedere e ottenere l’applicazione dell’odierna confisca che ha a oggetto i beni già sequestrati nel mese di aprile 2017, nonché un ulteriore provvedimento di sequestro eseguito lo scorso mese di maggio riferito a crediti per oltre 2 milioni di euro vantati da Varsi e dalla moglie, Sandra Liliana Montoya, nei confronti delle imprese a lui riconducibili.
BENI SEQUESTRATI
I beni confiscati sono i seguenti: capitale sociale e compendio aziendale di otto società con sede a Roma, di cui una esercente “attività delle società di partecipazione” e le restanti attive nel settore della “ristorazione con somministrazione”. Tra queste ultime spiccano i noti “Varsi Bistrot” di via della Conciliazione, il ristorante “Frankie’s Grill” di via Veneto, i ristoranti “La Scuderia” e “La Piazzetta del Quirinale” (già “Al Presidente”), ubicati in prossimità di Fontana di Trevi e il ristorante “Augustea” di viale di Trastevere; 19 tra fabbricati e terreni ubicati a Roma e provincia, tra cui una lussuosa villa sita a San Polo dei Cavalieri; 9 mezzi tra auto e motoveicoli; rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni, per un valore complessivo di circa 9,5 milioni di euro.
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Lezioni private, quando gli studenti diventano tutor: 1 universitario su 5 le impartisce per mantenersi. L’indagine di Ripetizioni.it

Le ripetizioni private sono tra i lavoretti da studenti più diffusi: si inizia quasi per gioco ma per alcuni può diventare un’attività di rilievo. Gli alunni delle superiori – coinvolto circa 1 su 10 – si specializzano soprattutto nelle materie scientifiche, gli universitari in quelle umanistiche. Come trovano i “clienti”? Tramite il passaparola e le piattaforme specializzate.
Si può essere studente e insegnante nello stesso momento? Assolutamente sì: magia delle ripetizioni private. Sono tanti, infatti, i giovani che proprio mentre vestono i panni del discente – a scuola come all’università – si adoperano per “aiutare” altri colleghi in difficoltà a fronte di un compenso.
Un lavoretto che, soprattutto per i più grandi, può diventare un vero e proprio aiuto finanziario: basti pensare che, in Italia, se in media uno studente-tutor si porta a casa oltre 200 euro al mese, il 5% di loro riesce a superare anche la quota dei fatidici 1.000 euro.
Si inizia già alle superiori. Qui circa 1 su 10 tiene (o ha tenuto in passato) lezioni private nelle materie in cui va più forte. E tra chi insegue l’obiettivo laurea la quota raddoppia, coinvolgendo 2 studenti su 10, che nella metà dei casi proseguono quanto iniziato sin dai banchi di scuola.
A delineare questo scenario, che osserva da un punto di vista inedito la figura del docente personale, è una ricerca condotta da Ripetizioni.it – portale di riferimento in Italia per le lezioni private e il supporto allo studio – raccogliendo le testimonianze di oltre 3.500 giovani, tra alunni della scuola secondaria superiore e iscritti all’università. Mostrando, tra le altre cose, quanto sia grande il potenziale di questo mercato. Visto che, oltre ai docenti in erba già “attivi”, molti altri si mostrano perlomeno incuriositi: circa 1 intervistato su 3 vorrebbe provare a fare ripetizioni ma non ha ancora trovato l’occasione giusta.
Ma come si organizzano gli studenti per riuscire a sdoppiarsi? Le modalità di svolgimento del “tutoraggio”, la clientela e i contenuti delle lezioni cambiano a seconda del livello formativo in cui ci si trova. Per quanto riguarda, ad esempio, i momenti dell’anno in cui si è operativi: alle superiori la platea si divide equamente tra chi fa ripetizioni solo durante i periodi di lezione (34%), chi le tiene solamente quando ci sono pause e vacanze (32%) e chi lo fa continuativamente (34%); la maggior parte degli universitari (46%) è, invece, disponibile lungo tutti i dodici mesi.
Che i ragazzi più adulti siano quelli che affrontano l’impegno con un approccio più strutturato lo si capisce anche da un altro dettaglio: la quantità di studenti “gestiti” nello stesso momento. Mentre tra gli “scolari” si preferisce affiancare un alunno per volta (così per il 60%), tra gli “accademici” è elevata la quota di chi ne riesce a supportate anche due in parallelo (41%) che di fatto si allinea a quella di chi lavora in esclusiva (44%).
Un ulteriore elemento di differenziazione tra studenti di scuola e universitari è rappresentato dalle materie in cui si specializzano in qualità di “insegnante”. Tra i più giovani, la forte richiesta di ripetizioni in discipline scientifiche ha prodotto soprattutto tutor di matematica, fisica, chimica e similari: quasi un terzo (31%) opera in questo settore. E solo in subordine in area umanistica: è circa un quinto (21%) a prestare una mano in italiano. Mentre al terzo posto – con il 16% delle candidature – ci sono i docenti junior di una o più lingue straniere. Minoritaria la proposta nelle lingue classiche (10%) o in storia, geografia, filosofia (10%). Che hanno la stessa diffusione dell’aiuto compiti (9%).
Se, invece, il tutor-studente è iscritto a un corso di laurea, ci sono alte probabilità che fornisca supporto in materie umanistiche (italiano, lingue classiche, storia, filosofia, ecc.): è il focus del 40% del campione di riferimento. Ma, tra gli universitari, è comunque facile trovare pure un insegnante in area STEM (matematica e dintorni): a offrire questa tipologia di ripetizioni è oltre un terzo dei “docenti” (34%). Gradino più basso del podio, anche qui, per le lingue straniere: specialità del 17%. Mentre il 7% si è orientato sulle discipline più tecniche – come economia, diritto e quant’altro – che magari sono le stesse che caratterizzano il proprio percorso di studi.
Quello che accomuna i due gruppi di insegnanti è l’utenza a cui si rivolgono. In cima alla lista ci sono gli alunni praticamente prossimi al diploma di Maturità. Quasi la metà degli studenti delle superiori (47%) fa ripetizioni ad alunni di tutte le età, compresi quelli della secondaria superiore; l’altra metà si concentra sui più piccoli, delle elementari (24%) o delle medie (23%); il 6% si rivolge a entrambe le ultime due categorie. Tra gli universitari, altresì, è il 33% a preferire ragazze e ragazzi delle superiori, il 17% punta sulle elementari, il 22% sulle medie, il 24% accetta un po’ di tutto, il 6% si dedica ad aiutare altri “accademici”.
Un discorso simile si può fare anche riguardo ai canali attraverso cui ci si promuove come tutor: il passaparola resta la via maestra, scelta da circa 6 su 10, sia per gli studenti di scuola sia per chi è all’università. Vanno però sempre più considerate le piattaforme specializzate nel far incontrare domanda e offerta di lezioni private. Come, ad esempio, Ripetizioni.it. Queste vengono scelte come vetrina da quasi 1 candidato su 10. Su tali piattaforme, infatti, è possibile candidarsi facilmente come tutor per dare lezioni private, semplicemente cliccando su un pulsante. Dopo un rapido processo di verifica dell’identità e del curriculum, si può immediatamente iniziare a proporsi al mercato.
“Le ripetizioni private sono quei ‘lavoretti’ spesso dati per scontati nell’immaginario collettivo, quando in realtà rappresentano una straordinaria opportunità per acquisire soft skills che poi saranno fondamentali nel mondo del lavoro, dall’orientamento al servizio al problem solving passando per la leadership e la capacità di lavorare in un team come quello docente-discente. In più, permettono agli studenti di accedere a un’attività lavorativa flessibile e gratificante, che si può coniugare con le proprie esigenze accademiche o scolastiche. Ed è per questo che continua ad essere una pratica molto diffusa. Anche in questo settore, inoltre, la digitalizzazione dei servizi come quella offerta da Ripetizioni.it abbatte le barriere un tempo esistenti: oggi chi vuole iniziare da zero non deve andare in giro a tappezzare le bacheche di quartiere, bastano pochi click per connettersi con studenti e famiglie in tutta Italia, risolvendo due problemi”, così Marco Sbardella, founder e Chief of Marketing & Business Development di Ripetizioni.it.
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Borseggiatore Massacrato di Botte da un padre di famiglia

Un borseggiatore deruba una famiglia in viaggio sulla metro. Approfittando della confusione nel vagone, mentre il treno si ferma alla stazione Termini, riesce a sottrarre il portafoglio a un padre che teneva in braccio la figlia più piccola. Accortosi del furto, l’uomo inizia a inseguire il ladro per riprendersi il portafoglio. Ne nasce una colluttazione, durante la quale, a causa della confusione, una delle tre figlie si perde tra la folla, scatenando la disperazione dei genitori.
Nonostante il tentativo di fuga, il borseggiatore viene bloccato e immobilizzato. La bambina, spaventata e in lacrime, viene ritrovata poco dopo, sana e salva.
Questo episodio rappresenta uno dei tanti crimini che si verificano ogni giorno sulla metro, dove i borseggiatori non esitano a ricorrere alla violenza. Ma questa volta, la situazione è andata diversamente: il ladro ha avuto la sfortuna di imbattersi in una famiglia capace di difendersi, guidata da un padre con un passato da ultrà, abituato ad affrontare situazioni difficili.
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