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ROMA La Raggi contro i firmatari del Manifesto della Razza: la lettera

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ROMA La Raggi contro i firmatari del Manifesto della Razza: la sindaca scrive ai cittadini.

ROMA La Raggi contro i firmatari del Manifesto della Razza. In una lettera, firmata ieri, la sindaca ha comunicato ai cittadini residenti il cambio di denominazione di due vie della Capitale intitolate a firmatari dello storico documento , via Arturo Donaggio e via Edoardo Zavattari.

Ottant’anni fa, – ha dichiarato la Raggi – fu firmato il primo dei decreti con cui il regime fascista colpì migliaia di ebrei, molti dei quali romani, togliendo loro diritti, lavoro, dignità, la possibilità di studiare, fino all’infame deportazione nei campi di concentramento. Le leggi razziali furono precedute dalla firma del Manifesto della Razza, il documento con cui alcuni scienziati e accademici sottoscrissero le presunte basi scientifiche che portarono a queste aberranti scelte. Una pagina buia della nostra Storia. Per questo, ho scritto ai cittadini residenti di due vie di Roma, via Donaggio e di via Zavattari, intitolate a due dei firmatari del Manifesto della Razza, comunicando la decisione dell’Amministrazione. E’ un atto dovuto, da parte della città di Roma, necessario a comprendere le responsabilità del passato, ad averne memoria e a evitare che tutto questo possa ripetersi. La nostra città ha vissuto la deportazione, i segni della guerra, ma ha mostrato anche il coraggio della resistenza, come testimoniano le medaglie d’oro al valor civile conferite ai quartieri Quadraro e Centocelle. Avvieremo con i cittadini interessati e con gli studenti romani un percorso partecipativo, che vedrà due importanti appuntamenti in autunno. Nel primo saranno raccontate le storie dei tanti cittadini, bambini e adulti, e degli scienziati che furono vittime del razzismo e di quelle leggi. Tra questi ultimi, insieme ai cittadini, sceglieremo le due personalità a cui intitolare le vie. Una scelta forte, ma dovuta, fatta per non dimenticare”.

Parole cui ha fatto eco il Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale, Luca Bergamo: “Conservare la memoria dei momenti alti e degli abissi di cui si sono macchiati i nostri avi, richiede atti che la facciamo vivere nel nostro tempo, anche fuori dalle occasioni rituali. Virginia Raggi ha fortemente voluto un atto eccezionale, la cancellazione dalla toponomastica dei nomi di chi aveva messo il proprio prestigio scientifico a servizio della diffusione di false e indegne teorie razziste. Chiamare così i cittadini a discutere della decisione e delle nuove denominazioni, è la scelta migliore che si potesse fare per tornare a riflettere sulle colpe del fascismo a 80 anni dalla promulgazione delle infami leggi razziali e sui rischi che si possono evitare ricordando il passato”.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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