29 Marzo 2024

ROMA E DINTORNI

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ROMA ANTICA Il martirio di Santa Agnese

ROMA ANTICA Santa Agnese è protettrice delle vergini, delle fidanzate e delle fanciulle in età da marito. Inevitabile pensando alla sua tragica storia. Appartenente a una delle famiglie patrizie più potenti di Roma, appena dodicenne subì il martirio sotto Diocleziano. Il suo tragico destino fece di lei un simbolo di bellezza e virtù.

Si narra che il figlio del Prefetto si fosse innamorato di Agnese. Lei però lo respinse convinta a immolare la propria virtù a Dio. Il ragazzo sentendosi rifiutato si lamentò con il padre, che tentò di piegare la ragazza costringendola a diventare Vestale. Al suo ennesimo rifiuto la chiuse in un postribolo come segno di sommo disprezzo. La leggenda vuole però che nessun uomo poté toccarla. L’unico che ci provò perse la vista per volontà di un angelo. La storia di Agnese assume tinte sempre più fosche e spaventose. Il 21 gennaio del 304 la dodicenne cristiana Agnese subì il martirio nello Stadio di Domiziano, nei sotterranei dell’attuale Piazza Navona.

Trascinata in piazza e denudata una massa lussureggiante di capelli crebbe dal suo capo per avvolgerla in un manto che ne difendesse il pudore. Condannata al rogo le fiamme si rifiutarono di lambirla. Alla fine venne sgozzata con un colpo di spada. La fine sanguinosa che si riservava agli agnelli. E proprio con un candido agnello tra le braccia viene spesso raffigurata. Sembra che perfino quando cadde colpita a morte lo fece con una grazia tale da suscitare le lacrime dei suoi stessi carnefici. Il suo sacrificio suscitò immediatamente forme di culto popolare e ancora oggi viene celebrata in molte feste e amata in tutta la cristianità.

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