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Cronaca

COLLEFERRO Rapina finisce nel sangue: morto un uomo

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COLLEFERRO Rapina finisce nel sangue: morto un uomo

COLLEFERRO Rapina finisce nel sangue: morto un uomo di 54 anni.

COLLEFERRO Rapina finisce nel sangue. Il maltolto è stato sottratto alla vittima dopo averla picchiata e spinta giù da una scalinata. Le gravi ferite riportate sono state fatali per Alberto Giannetti, di 54 anni. Questi era in coma all’ospedale San Giovanni di Roma dallo scorso 2 dicembre scorso, quando aveva subito un’aggressione a Colleferro. Negli ultimi giorni però le sue condizioni si erano particolarmente aggravate

Finchè il 5 gennaio l’uomo ha emesso l’ultimo respiro. I soccorritori lo avevano trovato ai piedi di una scalinata con varie ferite alla testa e privo di documenti. Ciò, in prima battuta, non aveva fatto sospettare che potessero esservi terzi responsabili dell’accaduto.

Dopo un mese di indagine, i Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno fermato un 28enne bulgaro, senza fissa dimora e con precedenti. E’ accusato di rapina impropria e omicidio preterintenzionale.

I militari, supportati dai colleghi del locale Nucleo Operativo e Radiomobile, sotto la regia della Procura di Velletri, hanno ricostruito gli attimi precedenti al rinvenimento di Giannetti. Analizzando i sistemi di videosorveglianza e con i rilievi del caso, hanno dimostrato come, dopo una lite all’interno di una sala giochi, il 28enne abbia atteso all’esterno la vittima, l’abbia seguita e poi rapinata del portafogli con calci e pugni. Infine si sarebbe dato alla fuga.

Due ore più tardi, nel limitrofo ufficio postale, avrebbe poi prelevato trenta euro con la carta bancoposta della vittima, di cui si sarebbe poi disfatto. L’essersi reso irreperibile dall’anagrafe degli uffici comunali e con continui cambiamenti di domicili non gli è stato però sufficiente per sfuggire alla cattura: i Carabinieri lo hanno infatti scovato nei giorni scorsi a casa di un amico. Interrogato per diverse ore alla presenza del suo avvocato, alla fine il 28enne è crollato, confermando l’ipotesi investigativa dei Carabinieri.

Che, diretti dalla Procura della Repubblica di Velletri, lo hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di rapina e omicidio preterintenzionale. Il 28enne è stato associato presso il carcere di Velletri e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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