Cronaca
Sindacati fanno guerra alla Raggi: maxi protesta contro la sindaca

Sindacati contro la Raggi: la protesta culminerà il 25/10 con uno sciopero contro la sindaca. Oltre i lavoratori chiamati a raccolta tutti i cittadini.
Cgil, Cisl e Uil annunciano lo sciopero generale a Roma il 25 ottobre e lo stesso giorno una manifestazione contro “l’amministrazione Raggi”. “Sarà una manifestazione che faremo in Campidoglio. Proveremo a far partecipare non solo i dipendenti delle partecipate ma anche i cittadini che hanno pessimi servizi. La città si fermerà per dire ‘o c’è un cambio di passo o non si va avanti ed è il caso che questa amministrazione lasci il passo a qualcun’altro”, dice il numero uno della Cgil locale Michele Azzola.
Dopo un tentativo di conciliazione, non riuscito, in Prefettura, il segretario della Uil di Roma e Lazio Alberto Civica aggiunge: “Abbiamo proclamato ufficialmente lo sciopero generale di Roma (già preannunciato nelle scorse settimane, ndr) in particolare di tutti i dipendenti delle società partecipate, da Atac ad Ama. In Prefettura a fronte del fatto che non c’e stata alcuna novita’ dal Comune, non c’e stata conciliazione. Ci sara’ una manifestazione contro l’amministrazione comunale e stiamo lavorando per un corteo”.
Carlo Costantini, segretario generale della Cisl Roma e Rieti prosegue: “Al momento e’ confermato lo sciopero generale perche’ le risposte degli assessori Lemmetti e De Santis sono stati un deja-vu”.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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