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Certificati falsi per il rinnovo del permesso di soggiorno

Certificati falsi per il rinnovo del permesso di soggiorno, beccati i truffatori che hanno messo in piedi l’agenzia falsa
Certificati falsi per il rinnovo del permesso di soggiorno – La Polizia Locale del I Gruppo Centro “ex Trevi”, ha scoperto la truffa che veniva effettuata da un’associazione culturale. Questa fantomatica agenzia di servizi nella zona Esquilino, è stata individuata dalla Polizia Locale dopo aver effettuato alcune verifiche iniziate grazie ad alcune certificazioni sospette. Ora, l’attività è stata chiusa e sono pronti decide di documenti contenenti nomi, dati sensibili e documenti sono stati posti sotto sequestro.
A dar via a queste indagini è stata la denuncia di un impiegato dell’Anagrafe di via Petroselli che si era trovato fronte a una richiesta per un cambio di residenza da parte di un cittadino del Mali che aveva presentato un attestato anagrafico sospetto. Le operazioni investigative sono state condotte dagli agenti diretti dal Dott. Maurizio Maggi e hanno portato alla scoperta del giro d’affari illegale di diverse decide di migliaia di euro. Questo giro, è stato messo in piedi da un’associazione culturale che praticava abusivamente le tipiche attività di un’agenzia di servizi e si occupava dell’emissione di documenti falsi.
Diversi i casi di raggiro già scovati, tra cui un uomo che ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno presentando un falso certificato di residenza, o quello di una persona che si è trovata nel suo stato di famiglia due minori che non conosceva. Nelle vicende già analizzate dagli inquirenti è emersa come figura centrale quella di P.N, cittadino di nazionalità cingalese di 46 anni, presidente dell’associazione dove venivano emessi materialmente i documenti: qui venivano lavorate pratiche di ISEE, certificati di residenza e di ricongiungimento familiare, fino al rinnovo delle patenti di guida. Al vaglio degli inquirenti centinaia di documenti rinvenuti all’interno della finta agenzia, su cui sono in corso verifiche accurate per accertare i vari casi di attestazioni false.
Nei confronti del responsabile, in attesa di ulteriori sviluppi dell’indagine, è scattata la denuncia per i reati di truffa e contraffazione.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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