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Cronaca

Facebook presenta reclamo contro CasaPound

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Facebook presenta reclamo contro CasaPound

Facebook presenta un reclamo contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che il 12 dicembre aveva ordinato al social di riattivare gli account di CasaPound.

CasaPound torna ma Facebook non è della stessa opinione. Presentato infatti un reclamo contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che aveva ordinato di riattivare gli account del gruppo. “Ci sono prove concrete che CasaPound sia stata impegnata in odio organizzato e che abbia ripetutamente violato le nostre regole. Per questo motivo abbiamo presentato reclamo”, fa sapere un portavoce.

“Non vogliamo che le persone o i gruppi che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono utilizzino i nostri servizi. Non importa di chi si tratti. Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che vieta a coloro che sono impegnati in ‘odio organizzato’ di utilizzare i nostri servizi”, dichiara. “Partiti politici e candidati così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram devono rispettare queste regole. Indipendentemente dalla loro ideologia”.

Il reclamo di Facebook è contro l’ordinanza con cui il tribunale civile ha ordinato la riattivazione immediata della pagina di CasaPound, oltre che del profilo personale e della pagina pubblica dell’amministratore Davide Di Stefano. Account disattivati il 9 settembre scorso.

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Contro l’invasione dei bus turistici, i residenti si uniscono a Confcommercio

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Contro l’invasione dei bus turistici, i residenti si uniscono a Confcommercio

#Hai mai immaginato Roma senza caos nel traffico? Scopri il colpo di scena al Campidoglio che potrebbe cambiare tutto! #RomaTraffico #MobilitàSvelata

La Richiesta di Confronto al Campidoglio

A Roma, le strade centrali sono da sempre un labirinto di auto e turisti, ma ora c’è una mossa che sta accendendo la curiosità. I rappresentanti locali hanno presentato una richiesta ufficiale al Campidoglio per un tavolo di confronto, lasciando tutti a chiedersi: quali cambiamenti sono in arrivo?

Cosa Si Nasconde Dietro le Strade Centrali

Le modalità di accesso alle vie più iconiche della città potrebbero essere riviste in modo radicale. Immagina poter esplorare i tesori di Roma senza il solito ingorgo: un’idea che sta generando un’ondata di interesse e dibattiti. Quali proposte emergeranno da questo tavolo? Potrebbe essere l’inizio di una vera rivoluzione urbana.

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Cronaca

La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

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La denuncia di Federica: l’iniezione che ha cambiato tutto

#FillerLabbra #MedicinaEsteticaScoperta L’incubo di una donna sfigurata da un trattamento illegale e low cost – ecco i rischi nascosti del mondo della bellezza!

La tentazione dei social e l’incontro con l’ignoto

Federica Funi, 34 anni di Roma, pensava di aver trovato l’offerta perfetta per rendere le sue labbra più affascinanti, ma il tentativo di risparmiare si è trasformato in un vero disastro. Ogni giorno, scorrendo i feed dei social, si imbatteva in post di dottoresse dell’Est Europa che promettevano risultati sorprendenti. Curiosa e attirata da prezzi apparentemente irresistibili, ha contattato una dottoressa bulgara via Instagram, usando il traduttore per superare la barriera linguistica. Ma quello che sembrava un appuntamento rapido si è rivelato un incubo: iniezioni eseguite in un appartamento affittato, senza verifiche o sterilizzazione adeguata.

I pericoli di procedure non regolamentate

Federica aveva già filler alle labbra, ma la dottoressa non ha esitato a iniettarne altro, ignorando ogni cautela. “Se fosse stata competente, mi avrebbe consigliato di sciogliere prima il vecchio filler”, racconta con rammarico. L’appuntamento, fissato con appuntamenti ogni 30 minuti, si è svolto in una casa di fronte al Colosseo, convertita temporaneamente in uno studio improvvisato. Strumenti non sterilizzati, comunicazioni a gesti e zero visite preliminarie: non c’era traccia di trasparenza o professionalità, alimentando subito i sospetti di Federica.

Le conseguenze devastanti e i segni permanenti

Il filler utilizzato, chiamato Sardenya e non autorizzato, non si è riassorbito come promesso, lasciando labbra deformate con bozzi, grinze e un buco al centro. “Sembravo un mostro”, confida Federica, che ha dovuto sottoporsi a interventi dolorosi come l’ialuronidasi e persino piccoli fori per rimuovere il prodotto. Il risultato? Labbra che ora appaiono come un palloncino sgonfio, con effetti psicologici che l’hanno costretta a isolarsi. Tutto per un costo leggermente più basso, che alla fine non è valso nemmeno la promessa di una tecnica “Russian Lips” esclusiva.

Il business sommerso e il silenzio delle vittime

In un mondo di filler low cost e dottoresse itineranti, Federica non è l’unica a cadere in questa trappola. Operazioni a domicilio, senza regolamentazioni, attirano chi cerca shortcut per la bellezza, ma i rischi sono altissimi. Nonostante il trauma, Federica non ha denunciato la dottoressa, complice l’anonimato e il lavoro “a nero”. “Prima ci vai senza pensarci, poi ti chiedi come hai potuto”, ammette, evidenziando un fenomeno che continua a crescere nell’ombra.

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