Attualità
Disney Store Italia: chiudono i punti vendita nel nostro paese

Disney dice addio all’Italia: centinaia di lavoratori a rischio disoccupazione
Disney store Italia – La decisione si inserisce all’interno della nuova strategia adottata dal colosso americano. Il quale preferisce concentrarsi sulle vendite via web, più redditizie in questo periodo di crisi per il Covid.
In soffitta vanno quindi i punti vendita fisici, dislocati su tutto il territorio nazionale: 15 in tutto, per un indotto che conta circa 230 dipendenti. Tutti ovviamente con il fiato sospeso per le proprie sorti, presenti e future.
La notizia è stata comunicata direttamente dalla direzione societaria ai sindacati Filcams Cigl, Fisascat Cisl e Uiltucs. I quali denunciano come questo vero e proprio fulmine a ciel sereno sia arrivato in realtà “a cose fatte”. Risale infatti soltanto allo scorso 19 maggio, appena tre giorni fa, la messa in liquidazione della società.

Disney Store Italia in chiusura, le reazioni di Sindacati e lavoratori
Sindacati e lavoratori, inutile dirlo, sono sul piede di guerra. Proprio questi ultimi, martedì prossimo 25 maggio, si riuniranno in assemblea unitaria per discutere il da farsi. Per loro, già fiaccati “dall’emergenza sanitaria e dalle tante restrizioni“, che hanno causato “periodi di cassa integrazione alternati a periodi di lavoro non certo brillanti“, si prospetta infatti “un’ulteriore fase difficile e piena di incertezza“.
Colpa di una decisione “grave“, presa da “un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini“. Aspetto questo di cui sembra che non si sia tenuto conto per un provvedimento di fatto senza appello. Il quale, contestano infatti i lavoratori, non offre “nessuna prospettiva né proposte per la tutela occupazionale“.
INTANTO NUOVO SCONTRO RAGGI-SALVINI
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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