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Paolo Macioci – intervista al candidato comunale di “Roma Decide”
Paolo Macioci – Intervista al candidato al comune della lista civica “Roma Decide”

Intervista a Paolo Macioci, candidato come consigliere comunale con la Lista civica Roma Decide.
Paolo Macioci è un cittadino romano di 44 anni, che risiede nel sesto municipio nella zona di Giardinetti. Di professione tassista, tutti i giorni gira per la città, vedendo la capitale sotto tanti punti di vista. La sua passione per il sociale, lo ha fatto avvicinare alla politica del Movimento 5 Stelle, e adesso è candidato come consigliere comunale, con una delle 6 liste civiche che appoggiano l’attuale sindaco Virginia Raggi, “Roma decide”.
Lo abbiamo intercettato per fargli alcune domande e sul perché si sia candidato la risposta è semplice ma diretta “Per l’amore che ho per la mia città e per la fiducia che ho nella sindaca Virginia Raggi”. La lista Roma Decide è composta da imprenditori, professionisti, commercianti, manager, tassisti, insomma gente che vive quotidianamente i problemi e le bellezze di questa città, a sostegno di Virginia Raggi perché la vedo come l’unica speranza per un futuro migliore per Roma.“
Come nasce la tua passione e l’impegno per la politica? “Da quando sono ragazzo, ho sempre seguito la vita politica del nostro paese e soprattutto della nostra città. Ho fatto anche delle iniziative sociali a sostegno del quartiere e devo dire che l’avvento del Movimento 5 stelle sul panorama politico ha risvegliato in me qualcosa che, pian piano, stava scomparendo.”
Paolo Macioci lei come valuta il lavoro della giunta Raggi? “Reputo il lavoro della sindaca molto positivo, si è comportata come un capo famiglia farebbe nella propria casa. Roma stava crollando ma lei ha bloccato tutto, rimettendo i conti in ordine. Ci è voluto un pochino di tempo, ma ne è valsa la pena. Non riconfermare Virginia Raggi potrebbe essere la più grande occasione persa della storia di Roma. Un’amministrazione che ha fatto della legalità e dell’onestà un punto fermo.”
Ha qualche idea per la sua categoria professionale, una delle più colpite dalla crisi del Covid? “La mia categoria in questo anno e mezzo di pandemia è stata tra le più colpite e tra le meno aiutate. Ho pensato a dei pacchetti per i turisti che comprendano alloggio in hotel, andata e ritorno in taxi per aeroporti e stazioni e biglietti per musei e siti archeologici. Una lotta all’abusivismo più stringente (controllando gli accessi alle ZTL degli NCC di fuori provincia) e – infine – essendo i taxi un mezzo pubblico, l’uso di tutte le corsie preferenziali.”
E per il Sesto municipio ha qualche idea in serbo?
“Il VI Municipio è uno dei più popolosi e dei più complicati di Roma, già è in atto una riqualifica di parchi e strade. Un ulteriore salto di qualità lo si deve fare a livello culturale: aprire, teatri, biblioteche, cinema. Portare i grandi eventi è prioritario. Bisogna creare spazi dove i ragazzi possano formarsi anche se non ne hanno le possibilità economiche. Ogni ragazzo deve avere la possibilità di scegliere il proprio percorso”.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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