Er Patata non è stato ucciso dalla droga. Ne è sicuro il fratello, intervistato da ‘Pomeriggio Cinque’. Ai microfoni della trasmissione Mediaset, l’uomo ha infatti voluto smentire le notizie, riportate da più parti, sull’attore, morto lo scorso 3 giugno a 55 anni. “Ha avuto un infarto – spiega – Pesava 130 chili e soffriva di diabete. In più aveva subito due operazioni, una all’anca e l’altra al ginocchio“. Riguardo poi alle tracce di droga rinvenute nel suo appartamento, Brunetti ha aggiunto che non si sarebbe trattato di cocaina, bensì ‘solo’ di marijuana.
ER PATATA: “TRASCURAVA LA SUA SALUTE”
L’uomo ha inoltre aggiunto alcuni dettagli sulle condizioni del fratello, che aveva nella salute il suo ‘tallone d’Achille’: “Quest’inverno ha avuto il Covid. Non riusciva a respirare, così è stato costretto al ricovero allo Spallanzani. Non badava molto alla sua salute. Comunque mi raccontava che spesso aveva dolori al petto e la cosa mi faceva preoccupare“. E sulle accuse di tossicodipendenza ribatte: “Sono solo infamie. Magari si sarà fatto qualche spinello, ma per lui non era un culto“.
ER PATATA, IL RACCONTO DI QUEL TRAGICO GIORNO
Brunetti ha ripercorso infine quella tragica giornata: “Mi ha chiamato la ex compagna di Roberto. Voleva avere sue notizie, perchè non rispondeva al telefono. Ha contattato poi anche l’altro nostro fratello, quello più grande, che è andato a casa sua. Ha bussato alla porta, ma Roberto non apriva. Non si è però preoccupato perchè pensava soltanto che non fosse in casa. Poi la sera è arrivata la terribile notizia“.