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Zelensky apre alla pace e detta le condizioni: “Siamo pronti, ma sia giusta”

Zelensky apre alla pace. Le parole del presidente ucraino in un messaggio su Telegram

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Zelensky apre alla pace e detta le condizioni: “Siamo pronti, ma sia giusta”

Zelensky apre alla pace. La conferma l’ha data lui stesso ieri sera, in un messaggio diffuso dal proprio canale Telegram. “Siamo pronti ad una pace giusta“, annuncia. Delineandone poi la formula, che, sottolinea, “abbiamo espresso più volte“. ‘Rispetto’, questa la parola chiave usata dal presidente ucraino. Che lo chiede “per la Carta delle Nazioni Unite, per la nostra integrità territoriale e per il nostro popolo“. Ma anche giustizia: ad essa, aggiunge, devono essere infatti assicurati “tutti coloro che sono colpevoli“. Senza trascurare il “pieno risarcimento dei danni che la Russia ci ha procurato“.

ZELENSKY APRE ALLA PACE: “FALSO CHE RUSSI DISPONIBILI A NEGOZIATI

Zelensky si è detto poi soddisfatto degli aiuti militari ricevuti dagli altri paesi. Ultimi, i 400 milioni di dollari stanziati dagli USA, che portano il totale per l’amministrazione Biden ad un passo dai 19 miliardi. “Apprezziamo questo continuo supporto“, commenta il presidente. Che conclude attaccando i russi: “Tutto ciò che dicono ad alcuni leader stranieri sulla loro presunta disponibilità ai negoziati è falso. Quando qualcuno pensa ai negoziati, infatti, non cerca il modo di ingannare tutti intorno a lui per mandare decine o centinaia di migliaia di persone in più nel tritacarne“.

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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.

Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,

“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.

Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.

Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!

Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.

Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.

Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.

Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.

Fonte Verificata

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