Attualità
Incidente a Tor Bella Monaca un morto e un maxi tamponamento: aggiornamenti

La vittima il pomeriggio del 9 febbraio stava camminando nella zona pedonale di via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca, quando la Bmw X4 nera è uscita fuori strada coinvolgendo altre 4 vetture in sosta nella vicinanze e travolgendo il 30enne. Dalla macchina sono poi usciti, illesi, madre e figlio.
C’è più di un sospetto che alla guida della Bmw che ha travolto e ucciso Emmanuele Cleber Catananzi ci fosse il figlio 18enne della donna che si è assunta la responsabilità. La donna ai vigili urbani avrebbe spiegato di aver eseguito una brusca manovra per evitare una macchina che si stava immettendo sulla strada, ma le indagini hanno poi accertato che in realtà, al momento dell’impatto, l’unica auto sulla carreggiata era il suv. Inoltre durante gli accertamenti sono poi emerse ulteriori discrepanze nel racconto della donna, alcuni testimoni avrebbero infatti riferito di aver visto alla guida il 18enne che ha invece riferito di aver occupato il posto del passeggero.
Il ragazzo, che non avrebbe comunque potuto guidare l’auto di grossa cilindrata, non ha ancora conseguito la patente e la procura di Roma da ieri ha iscritto nel registro degli indagati anche il giovane con l’accusa di omicidio stradale.
Emmanuele, adottato insieme alla sorella Debora, si era trasferito da pochi mesi a Roma: “Volevamo tutti e due vivere e lavorare a Roma» dice Debora che non si rassegna alla perdita del fratello: “Quel pomeriggio stava andando a piedi nella pizzeria dove era in prova come cameriere”.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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