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Tim down, utenti rimborsati solo in “casi eccezionali”

Tim down, le parole di Ivan Marinelli, presidente dell’Associazione Europea dei consumatori indipendenti

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Tim down, utenti rimborsati solo in “casi eccezionali”

Tim down, ma nessun risarcimento (o quasi). La durata del disservizio, andato in scena lo scorso 5 febbraio, secondo quanto riporta Altroconsumo, è stata infatti troppo esigua per farne un problema. L’azienda ha infatti impiegato meno di 24 ore per risolverlo. Solo pochissimi utenti, casi eccezionali, saranno dunque rimborsati per essere stati vittime dei malfunzionamenti.

Tutto ha avuto inizio nella mattinata di domenica, prontamente segnalato in massa tramite Downdetector. Impossibilità a connettersi da fisso e aprire alcuni siti web: questi i problemi riscontrati soprattutto nelle grandi città, tra cui anche Roma. Poi nel pomeriggio si è giunti alla soluzione: poco prima delle 17, infatti, la situazione era tornata totalmente alla normalità.

Ma gli utenti verranno ripagati del tempo senza connessione? Ivan Marinelli, presidente di Aeci, ne dubita, anche se non lo esclude: “Tim è autonoma nell’inviare gli indennizzi. E’ chiaro che possono intervenire le autorità (Agcom e Antitrust ndr), ma non credo che lo faranno“. Ciò per due motivi: “Il malfunzionamento è stato esterno. In più gli indennizzi automatici scattano dopo 48 ore“.

Ma qualcuno che ne godrà potrebbe esserci comunque. Stiamo parlando di chi lo chiederà dimostrando di aver subito un danno concreto. Ovvero, “le aziende e i privati con partita Iva, cui il down ha creato problemi sul lavoro che stiamo ancora riscontrando“. Ma non solo: “C’è anche chi ha avuto problemi nell’allineamento del cloud. O ha sistemi che devono essere riprogrammati. Costoro potrebbero ricevere un rimborso

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Caos sull’A1: Cinque autisti distratti provocano tamponamento e otto chilometri di coda verso Roma

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Caos sull’A1: Cinque autisti distratti provocano tamponamento e otto chilometri di coda verso Roma

Hai idea di cosa è successo sull’autostrada A1, dove un tamponamento tra cinque auto ha creato un caos totale con code da brividi di otto chilometri verso Roma? #IncidenteA1

Immagina di essere bloccato in autostrada, con il sole che picchia e il traffico che non si muove: è proprio ciò che è accaduto in un incidente che ha catturato l’attenzione di migliaia di automobilisti. Un tamponamento improvviso ha coinvolto ben cinque veicoli, trasformando una normale giornata di viaggio in un incubo su ruote. Gli esperti parlano di distrazioni al volante o condizioni meteo imprevedibili, ma i dettagli esatti stanno emergendo solo ora, lasciando tutti con il fiato sospeso.

Il momento del caos

Le prime segnalazioni parlano di un impatto a catena che ha letteralmente bloccato l’A1, con auto che si sono accumulate in un ingorgo mostruoso. Testimoni oculari hanno descritto scene di panico e sirene che echeggiavano, mentre i soccorsi si affrettavano sul posto per gestire l’emergenza.

Conseguenze e curiosità

Con code che si estendevano per otto chilometri in direzione Roma, molti conducenti si sono trovati intrappolati per ore, alimentando speculazioni online su cosa potrebbe aver innescato tutto questo. Gli inquirenti stanno indagando per scoprire i retroscena, e tu non vorrai perderti gli aggiornamenti su come questa storia si evolverà!

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

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La crisi della Chiesa che nessuno ha il coraggio di dire. I numeri parlano chiaro

Ieri a Roma c’è stato il funerale di Papa Francesco.

Tanti i capi di stato e le famiglie reali che hanno partecipato a San Pietro per le esequie di Papa Bergoglio, rappresentante della religione più importante del mondo.

Ma i numeri parlano chiaro: infatti, nonostante la folla numerosa, bisogna evidenziare come la chiesa romana abbia delle grandi problematiche al suo interno: dalla crisi delle vocazioni, alla diminuzione dei fedeli che, anno dopo anno, diventano sempre di meno.

La crisi delle fede cristiana in Europa

In Europa la religione cristiana è in netto calo. Le migrazioni di cittadini da paesi non cristiani, che spesso sono di religione musulmana, sta cambiando la mappa dei fedeli nel vecchio continente.

Anno dopo anno, vuoi anche il calo demografico, i musulmani in Italia aumentano. Giusto per chiarare attraverso i dati, rispetto ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 – dove accorsero 3 milioni di persone – ieri per papa Bergoglio ce n’erano dieci volte di meno, ovvero 250.000.

La chiesa è in difficoltà e di questo bisogna prenderne atto. Non si può far finta di nulla.

Il compito del nuovo pontefice sarà soprattutto quello di lavorare sodo per riportare una guida spirituale a Roma e in Europa, dove il numero di fedeli cristiani è in netto calo rispetto ai musulmani, che oltre a essere più partecipi sono sempre di più di più.

Non è un discorso politico e nemmeno di parte, ma solo constatare come il mondo cambia e con esso anche il credo religioso delle nostre città. Evidenziare come il cristianesimo in Europa e nel mondo stia diventando sempre meno influente è un atto dovuto, che deve far riflettere soprattutto per dei ragionamenti a lungo termine.

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