Attualità
Truppe Occidente in Ucraina, Tajani fa chiarezza sulle voci
Truppe Occidente in Ucraina, le parole del Ministro degli Esteri dopo le dichiarazioni di Viktor Orban

Truppe Occidente in Ucraina, il caso è scoppiato. A farlo deflagrare, nei giorni scorsi, il presidente dell’Ungheria Orban. Che, in un’intervista tv ripostata sul suo profilo Twitter, aveva aperto alla possibilità di aiuti militari sul campo al paese invaso. “Penso che siamo molto vicini a mettere sul tavolo come proposta seria che anche i soldati dei paesi alleati di Kiev attraversino il confine e vadano in Ucraina. Il mondo non è mai stato così vicino a trasformare una guerra locale in una guerra mondiale“. Parole che alzano indubbiamente la tensione. Ad esse ha tuttavia replicato quest’oggi il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.
Queste le parole, rilasciate a ‘Il Caffe della Domenica’, trasmissione in onda su Radio24. “Non abbiamo mai parlato di inviare truppe a Kiev. L’altro giorno c’è stato il G7 con Blinken e non si è mai parlato di questa possibilità“. Anzi, l’Italia, a suo avviso, sarà protagonista nel processo di ricostruzione: “Il 26 aprile il mio dicastero organizzerà a Roma un grande evento proprio per parlare di questo tema. Il ruolo dell’Italia? Puntiamo a settori di alta tecnologia, come la realizzazione delle infrastrutture e dell’hi-tech. Sotto tali profili, possiamo dare all’Ucraina un contributo importante“.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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