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Cronaca

Giulia Tramontano, la frase di Mara Venier che scatena la polemica (VIDEO)

Giulia Tramontano, le parole ‘infelici’ della conduttrice sul caso della ragazza uccisa

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Giulia Tramontano, la frase di Mara Venier che scatena la polemica (VIDEO)

Giulia Tramontano, la vicenda continua a far discutere. A volte anche di coloro che, scusate il gioco di parole, ne discutono. Nei giorni scorsi era toccato al cantante Pupo, paragonatosi al fidanzato-assassino della giovane. “Anche io – aveva scritto in una lettera a Dagospia – sono stressato perchè da tempo porto avanti due relazioni parallele. Però mia moglie e la mia compagna possono stare tranquille che non ho intenzione di uccidere nessuno“. Parole decisamente fuori luogo, alle quali ieri si sono aggiunte quelle di Mara Venier.

Del caso che ha sconvolto l’Italia in questi ultimi giorni la conduttrice ha parlato in apertura della puntata di ‘Domenica In’. Rivolgendosi anche alla mamma del killer: “Voglio mandarle un abbraccio. Lei in un’intervista ha detto ‘vi chiedo di perdonarmi, perchè mio figlio è un mostro’. Sì, signora, suo figlio è un mostro“. Una puntualizzazione che però non tutti hanno gradito. E inevitabile è scoppiata la polemica sul web, che ha costretto ‘zia Mara’ a tornare nel corso della trasmissione su quelle parole.

Ho il dovere di chiarire una cosa. Forse ho sbagliato anche nell’esprimermi. Non volevo essere critica verso la famiglia di Impagnatiello. Credo che il suo dolore sia enorme, ma quando ho detto ‘sì, suo figlio è un mostro’, non volevo ferirla. Non volevo assolutamente e se ho sbagliato le chiedo scusa. Lei, signora Sabrina, è una vittima. La sua intervista a La Vita in Diretta personalmente mi ha straziato. Volevo dirle che siamo vicini anche a lei. E’ una cosa che voglio smorzare subito, perchè non è assolutamente da me“.

https://twitter.com/grande_flagello/status/1665334693385097216

Cronaca

GARBATELLA, 60ENNE CON PISTOLA IN STRADA

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GARBATELLA, 60ENNE CON PISTOLA IN STRADA

Il 9 settembre 2025 a Roma, ci sono stati momenti di tensioni nel quartiere Garbatella, in via Caffaro, quando alcuni cittadini hanno segnalato al 112 la presenza di un uomo armato nei pressi di un esercizio commerciale.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella, che hanno rintracciato ed identificato l’uomo: si tratta di un 60enne romano. L’uomo ha ammesso di aver avuto in mano una pistola, risultata poi essere una scacciacani a tamburo,, priva di tappo rosso.
L’arma, che il 60enne aveva gettato all’interno di un cassonetto dei rifiuti, è stata recuperata e sequestrata.
L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica con l’accusa di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.

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Cronaca

Giallo a Roma, avvocata americana trovata morta in casa: indagine per omicidio contro ignoti

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Giallo a Roma, avvocata americana trovata morta in casa: indagine per omicidio contro ignoti

Leila Yuki Khelil, avvocata americana di 39 anni, è stata trovata morta nella sua abitazione a Roma, vicino Villa Torlonia, nella serata di martedì 15 luglio. La donna era in Italia per seguire un master post-laurea in legge e condivideva l’appartamento con altri studenti, assenti nel fine settimana. A scoprire il corpo è stata una coinquilina, rientrata intorno alle 20:30. Leila giaceva nella sua stanza, con un ventilatore acceso e una scatola aperta di Tachipirina sul comodino. Secondo i primi rilievi, il decesso risalirebbe a due o tre giorni prima.

Durante l’ispezione cadaverica sono emerse ecchimosi sospette, motivo per cui la procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio contro ignoti. Tuttavia, il medico legale incaricato dal PM ha successivamente ipotizzato che i segni potrebbero essere compatibili con la decomposizione del corpo e non necessariamente riconducibili a violenza.

Nonostante l’assenza di ferite evidenti, gli inquirenti non escludono alcuna pista. Sono stati disposti esami tossicologici, il cui esito è atteso per il 19 settembre. Si indaga anche sulla possibilità che qualcuno possa essersi introdotto nell’abitazione durante l’assenza dei coinquilini.

La famiglia di Leila, residente in California, è in attesa di risposte. I genitori, di origini tunisine e giapponesi e praticanti del rito shintoista, hanno chiesto che il corpo venga restituito nel rispetto delle tradizioni religiose.

La vicenda resta avvolta nel mistero: al momento nessuna causa certa della morte è stata accertata, ma l’attenzione della procura resta alta in attesa degli esiti degli accertamenti scientifici.

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