Attualità
A Roma ogni 10 giorni 100 alberi caduti, la procura apre le indagini

A Roma ogni 10 giorni ci sono 100 segnalazioni per alberi caduti, una buona percentuale di questi colpisce oggetti e persone. Notizia degli ultimi giorni riguarda il ramo di 8 metri che ha colpito in pieno una smart, le due donne all’interno sono fuori pericolo e ricoverate al Santo Spirito. Questo incidente avvenuto a Tor di Nona è l’unico definibile “grave”, ma senza un intervento mirato questi eventi potrebbero succedere quotidianamente.
Nel Consiglio Comunale si è aperta una faida interna tra Azione e Pd sulla possibile apertura di una Task Force per il verde pubblico. Gualtieri ,in campagna elettorale, ha dato estrema rilevanza alle politiche sul verde pubblico, questo impegno però non viene riconosciuto nel pratico dalle altre forze politiche.
Il verde pubblico, prima fiore all’occhiello della bellezza romana, adesso versa in condizioni pietose, e la responsabilità cade su chi dovrebbe coordinare la manutenzione. La manutenzione del verde pubblico è da sempre criticata fortemente per la sua assenza, in una Roma sempre più ostile al verde. L’ecosistema Romano è diventato decisamente inospitale per gli alberi : smog, calore estremo, asfalto e stress impediscono agli alberi di sviluppare difese contro i parassiti. Una volta sventrati da parassiti e massacrati dal vento questi alberi si scagliano contro palazzine, strade e marciapiedi mettendo a rischio i cittadini.
Una inchiesta aperta dalla Procura tenterà quindi di inquadrare le responsabilità di queste cadute, tra dirigenti superficiali e mancanza di infrastrutture e enti preposti. La questione degli alberi caduti durante questo primo mese d’estate resterà aperta a lungo, facendo possibilmente cambiare gli equilibri anche nel Consiglio Comunale.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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