Cronaca
Incidente Casal Palocco, Er Motosega chiama gli…extraterrestri: il video choc dello youtuber (VIDEO)
Incidente Casal Palocco, torna a parlare Vito Loiacono, uno dei membri dei The Borderline

Incidente Casal Palocco, toh chi si rivede. Con il suo amico Matteo Di Pietro dietro le sbarre per la morte del piccolo Manuel, è ora Vito ‘Er Motosega’ Loiacono a prendersi la scena. In questi due mesi da quel tragico giorno, il giovane è apparso molte volte, sempre sui social. L’ultima, riporta La Repubblica, proprio in queste ore, in un video condiviso sul suo profilo Instagram.
Nel filmato si mostra voglioso di tornare a vivere e di riscattarsi e, per riuscirci, chiede aiuto nientemeno che agli…extraterrestri. I quali vengono da lui invocati attraverso le parole di ‘Extraterrestre’, la celebre canzone di Eugenio Finardi. “Extraterrestre – recita il ritornello, che il giovane canta sorridente – vienimi a cercare. Voglio un pianeta su cui ricominciare“.
Non è la prima volta che Er Motosega affida al web i suoi sfoghi. Lo scorso 4 agosto aveva infatti pubblicato un altro video, sempre su Instagram. “Ho scoperto – aveva detto – quanto le persone possano essere cattive. Ho scoperto che la vita è spietata e che nessuno ti aiuta a rialzarti“. Un messaggio sulla stessa linea di quello odierno. Che si può capire, avendo il giovane solo 20 anni, ma non fino in fondo. La possibilità che lui ora chiede infatti quel bimbo di appena 5 anni non ce l’ha più.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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