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Tornano le truffe PayPal, un telefono su tre colpito in Italia

Ricomincia a girare on-line una nuova serie di messaggi da “PayPal” con scritto “è stato fatto un pagamento di 550 euro, se non lo riconosci bloccalo”. Così l’utente pensa “cavolo devo bloccarlo grazie PayPal” e invece aprendo il sito si viene svuotati di tutto il proprio credito
Il più vecchio dei trucchi, la più brutta delle sorprese e anche la truffa più ingenua. Siamo davanti a un fenomeno che ha colpito una vastità così ampia di cittadini che almeno ognuno di noi conosce una persona colpita.
Il tasso di diffusione delle truffe è più alto di quello del Covid, un telefono su tre nella sua esistenza sarà attaccato da un truffatore che proverà di tutto per togliervi lo stipendio. Le truffe PayPal sono subdole, poichè usano la tecnica del Phishing ,che prevede l’invio centinaia di milioni di messaggi “esca” a telefoni e altri devices.
Il Phishing miete numerose vittime perchè punta tutto sull’ignoranza generale in materia e sulla rapidità con cui noi pensiamo davanti al telefono. Un utente medio è abbastanza veloce da non accorgersi di un inganno, potrebbe cliccare il link senza nemmeno controllare. Il fenomeno fa affidamento anche allo “strapotere delle app”, fuori dalle app infatti non sappiamo come gestirci e cosa gestire. Google è una piattaforma complessa, Whatsapp no. Gmail e Outlook non sono Instagram e Facebook.
Non possiamo aspettarci di essere difesi se qualcosa ci accade nell’enorme mondo di internet. Il rimedio è l’antivirus, pagando si può tenere il controllo di quello che non abbiamo le capacità di controllare, soprattutto le truffe PayPal.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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