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Omicidio Yara, Bossetti è sicuro: “L’analisi dei reperti consentirà di dimostrare la mia innocenza”

Omicidio Yara, Bossetti è sicuro

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Omicidio Yara, Bossetti è sicuro: “L’analisi dei reperti consentirà di dimostrare la mia innocenza”

Il caso Yara Gambirasio: l’analisi dei reperti potrebbe dimostrare l’innocenza di Bossetti

Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il caso della giovane Yara Gambirasio, è fiducioso che l’analisi dei reperti possa dimostrare la sua innocenza. I reperti in questione sono i vestiti della 13enne Yara e le tracce biologiche trovate sugli abiti, che potrebbero essere esaminati dalle difese di Bossetti. La Cassazione dovrà decidere se ciò sarà possibile, poiché i legali di Bossetti hanno fatto ricorso presso la Suprema Corte.

Durante l’ultima udienza televisiva su Cusano Italia Tv, l’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, ha sottolineato come durante il processo non sia mai stata consentita alla difesa l’opportunità di esaminare in modo completo i reperti e contestare l’analisi del DNA che ha portato alla condanna del suo assistito. La questione è diventata oggetto di dibattito pubblico, alimentando il crescente numero di innocenti apparenti nel sistema giudiziario italiano.

La Suprema Corte ha reso esecutivo un provvedimento del novembre 2019, consentendo alle difese di visionare i reperti. Tuttavia, i legali di Bossetti vogliono andare oltre e chiedono di poter eseguire ulteriori analisi sui reperti. L’obiettivo è quello di mettere alla prova le evidenze su cui si basa la colpevolezza di Bossetti.

Secondo Salvagni, l’opinione pubblica continua a nutrire dubbi sulla colpevolezza di Bossetti, chiedendosi perché sia stata impedita alla difesa la possibilità di eseguire prove scientifiche sul DNA. Bossetti stesso è fiducioso che l’analisi dei reperti possa dimostrare la sua innocenza e attende con ansia una decisione favorevole della Corte. La speranza è che questo possa risolvere definitivamente il suo caso.

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie

Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.

L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.

La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.

Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.

Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban

C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.

Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.

“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.

La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.

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