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Il 56% degli antibiotici usato per mal di gola e tonsilliti
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L’uso inappropriato degli antibiotici per le infezioni del tratto respiratorio in Italia: la sfida dell’antibiotico-resistenza
Secondo una ricerca condotta da IQVIA in collaborazione con Reckitt, il 74% degli italiani ha utilizzato antibiotici negli ultimi dodici mesi.
Il 56% di questo gruppo ha fatto uso di antibiotici per combattere infezioni del tratto respiratorio superiore, come mal di gola, faringite, laringite e tonsillite. Tuttavia, preoccupante è il fatto che la metà degli italiani non è a conoscenza della problematica dell’antibiotico-resistenza, un aspetto rilevante che richiede maggiore sensibilizzazione e informazione. Le cause e le conseguenze di questo uso inappropriato degli antibiotici per le infezioni respiratorie presentano delle criticità che richiedono un’azione tempestiva e concertata.
L’uso eccessivo e non appropriato di antibiotici può contribuire alla diffusione dell’antibiotico-resistenza, rendendo i farmaci antibiotici meno efficaci nel trattare le infezioni. Questo fenomeno rappresenta una minaccia per la salute pubblica globale, in quanto riduce le opzioni di trattamento disponibili e aumenta il rischio di complicanze dovute alle infezioni.
Aurelio Sessa, specialista in medicina interna, sottolinea l’importanza di educare la popolazione sull’uso appropriato degli antibiotici e sulla consapevolezza dell’antibiotico-resistenza. Inoltre, è fondamentale promuovere un’approccio olistico che includa la prevenzione delle infezioni, la promozione di pratiche igieniche adeguate e la corretta gestione delle infezioni senza ricorrere in modo sistematico agli antibiotici.
L’informazione e la sensibilizzazione sull’antibiotico-resistenza sono cruciali per affrontare questa sfida, coinvolgendo sia i professionisti della salute che il pubblico. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile preservare l’efficacia degli antibiotici come risorsa preziosa per il trattamento delle infezioni, assicurando nel contempo la salute e il benessere delle generazioni future.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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