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Omicidio Serena Mollicone, la conferma dei Ris: “Ecco dove è stata uccisa”

Omicidio di Serena Mollicone: analisi del Ris conferma dinamica dell’uccisione
I carabinieri del Ris hanno confermato, in occasione del processo d’appello nei confronti della famiglia Mottola, di aver trovato frammenti di legno lavorato e colla sul corpo di Serena Mollicone.
Secondo le analisi dei militari, questo supporta la tesi che Serena è stata sbattuta con violenza contro una porta prima di essere trasportata nei boschi vicino al paese.
Le prove scientifiche a supporto della teoria dei pubblici ministeri sono state ribadite dai carabinieri del Ris durante l’ultima udienza del processo d’appello. Hanno sottolineato che le analisi effettuate confermano che Serena Mollicone è entrata nella caserma di Arce e che il suo corpo è stato successivamente portato nei boschi.
Le analisi del Ris sono state dettagliate e approfondite, con l’isolamento dei reperti, la rinominazione e la fotografia degli stessi prima di stabilire un iter analitico per lo studio dei materiali. Sono stati analizzati attentamente due nastri adesivi che avevano avvolto il capo di Serena.
Sulle 139 tracce totali rinvenute, 111 erano di pelle e bigattini, 23 di legno, 3 di legno e colla e 2 di resina. Le analisi hanno anche evidenziato che un campione preso dallo sportello della caldaia aveva la stessa composizione del frammento sul nastro adesivo che avvolgeva il capo di Serena Mollicone.
Le conclusioni delle analisi del Ris supportano l’ipotesi che Serena sia entrata in caserma e che la dinamica dell’omicidio sia supportata dalle leggi della fisica. I dettagli emersi durante l’udienza del processo d’appello gettano nuova luce sull’omicidio di Serena Mollicone, confermando la validità delle prove forensi.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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