Attualità
Ristoranti Bloccano i Food Influencer: Troppi Abusi e Richieste di Cene Gratis

Il Declino dei Food Influencer?
Il fenomeno dei food influencer sta subendo un ridimensionamento? Non tutti i ristoratori apprezzano le loro continue visite alla ricerca dello scatto perfetto. Se non catturi la foto e non la condividi sui social, sembra che l’esperienza non sia mai avvenuta. Questo è il motivo per cui, quando sei seduto a tavola con amici e il cameriere ti serve un piatto di pasta fumante, una pizza calda o una fetta di torta al cioccolato, scattare una foto per Instagram diventa fondamentale.
Le Fastidiose Interruzioni a Tavola
Tutto si ferma: guai a tuffarsi nel piatto con la prima forchettata! Si rischierebbe di rovinare la perfetta composizione di formaggi e salumi. Tutto deve essere perfetto per lo scatto da condividere e raccogliere like. Questa mania ha contagiato molti, ma i food influencer ne sono i principali portatori, dato che le esperienze gastronomiche sono la linfa vitale dei loro canali social. Questo implica un rapporto stretto con ristoranti, hotel e pub. Per loro è un vantaggio: è pubblicità e visibilità, ma a che prezzo? Sempre più ristoratori si stanno ribellando a questa dinamica, rifiutandosi di partecipare al gioco dei food influencer.
L’Attrazione dei Contenuti dei Food Influencer
I contenuti dei food influencer sono fra i più apprezzati e seguiti. Le ricette, le esperienze culinarie, i viaggi alla scoperta di ristoranti stellati e piatti tradizionali, oltre ai video delle nuove aperture, riscuotono enorme successo sui social. Tuttavia, non tutti i locali sono felici di ospitare questi influencer.
Restrizioni Imposte dai Ristoratori
Alcuni ristoranti hanno deciso di prendere provvedimenti per contrastare queste pratiche. Maison Nico, un noto forno di San Francisco, rifiuta collaborazioni dirette con influencer. Possono mangiare, ma le richieste di sponsorizzazioni non sono ben viste. Anche la caffetteria italo-americana Dae a Brooklyn ha adottato una posizione simile.
Il Caso di Reverence e Altri Ristoranti
Anche lo chef Russell Jackson di Reverence ad Harlem applica politiche restrittive, vietando l’uso degli smartphone a tavola, che devono essere silenziati. Raf’s a NoHo e Carriage House nel West Village hanno adottato misure simili. Un esempio emblematico è lo chef messicano Edgar Nunez, che ha pubblicamente denunciato le continue richieste di cene gratis in cambio di visibilità sui social.
L’Impatto dei Social Sulla Nostra Vita Quotidiana
Le potenzialità dei social media sono evidenti e non si può ignorare la loro crescente influenza nelle nostre vite e decisioni. Quante volte scegliamo un bar perché lo ha visitato il nostro influencer preferito? Quante volte prenotiamo un hotel dopo averlo visto nelle storie di Instagram di qualcuno? Sempre più spesso. Tuttavia, stabilire dei limiti nel rispetto del lavoro di entrambe le parti è fondamentale. Non è piacevole cucinare con qualcuno che ti riprende continuamente. Allo stesso modo, non è ideale godersi una cena mentre qualcuno al tavolo accanto cerca l’illuminazione perfetta per un selfie.
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Allarme baby-gang a Mezzocammino: il quartiere insorge per l’arrivo di giovani da altre zone

L’appuntamento è nella piazza principale dove affacciano le attività commerciali della zona e dove, soprattutto, in serata c’è il ritrovo anche dei giovanissimi del quartiere che finiscono nel mirino delle baby gang. Il primo allarme a piazza Guido Crepax nel quartiere Mezzocammino, periferia sud della Capitale, è scattato lo scorso giugno, a ridosso della chiusura delle scuole quando uno dei ragazzi della zona è stato accerchiato, picchiato e infine derubato del cellulare. Non un caso isolato perché nell’ultimo mese, altri due giovanissimi sono finiti vittime del gruppo di teppisti. E sempre con lo stesso copione: aspettano che il ragazzo sia solo per avvicinarsi e quindi aggredirlo. «La piazza è diventata il punto di incontro per i ragazzi non solo del nostro quadrante ma anche degli altri quartieri. Arrivano da Acilia, Infernetto, Dragona e dalle sei del pomeriggio stazionano in quello che negli anni è diventato il punto più vivace della zona perché ci sono negozi e locali. Purtroppo la situazione è fuori controllo perché stiamo registrando diversi gravi episodi» denuncia Francesco Aurea, presidente del comitato di quartiere Mezzocammino.
L’Escalation
Come contromisura i residenti del quartiere chiedono di accelerare sul sistema di video sorveglianza e di vigilanza: «Siamo preoccupati perché siamo consapevoli che la zona sta lentamente finendo nelle mani di questi gruppi di ragazzi che hanno come obiettivo quello di creare disordine nel quartiere- prosegue Aurea- oltre alle aggressioni ai residenti, sono scoppiate anche un paio di risse. In particolare in una, sono stati danneggiati pure gli arredi di un bar. Purtroppo- prosegue il presidente- non appena abbiamo chiesto l’intervento delle forze dell’ordine è scattato il fuggi fuggi e quando sono arrivati gli agenti di polizia non c’era già più nessuno. Chiediamo- conclude- che ci sia maggiore sicurezza nel quartiere soprattutto nelle ore serali. È necessario dare una risposta concreta a questi ragazzi che stanno seminando paura e caos».
Il Fenomeno
L’allarme alle famiglie del quartiere è arrivato con il passaparola e attraverso i canali social che sono stati attivati proprio per monitorare la sicurezza nel quartiere. «A mio figlio che ha quindici anni quando esce la sera dico sempre di prestare attenzione, di non allontanarsi dagli amici. La paura, dopo quello che è accaduto nell’ultimo mese, c’è. Ma non possiamo chiuderli in casa» dice Roberta Franceschini residente in una delle palazzine a una manciata di passi da piazza Crepax. Ma quello che sta accadendo nel quartiere alla periferia sud della città non è un caso isolato. Dopo gli allarmi scattati in diversi quartieri della città, lo scorso febbraio durante una maxi operazione la squadra Mobile ha smantellato covi e luoghi di ritrovo delle comitive più numerose e considerate a rischio. Da Testaccio a San Lorenzo fino al quartiere Ostiense erano stati 200 i giovanissimi identificati, tutti under 18. Le indagini si erano allargate alle chat e ai canali social utilizzati da protagonisti e fiancheggiatori delle baby gang. Gli identificati erano stati fermati tra piazza Testaccio, piazza di Santa Maria Liberatrice, piazza dell’Immacolata, largo degli Osci e via degli Aurunci (San Lorenzo), il centro commerciale «Porta di Roma» alla Bufalotta, la stazione Ostiense, la fermata metro Piramide, piazzale Ostiense e piazzale Partigiani con via del Campo Boario. Ancora: erano stati individuati 600 profili social inneggianti all’odio e alla violenza fisica, anche contro appartenenti alle forze di polizia. «Atteggiamenti violenti che non necessariamente vengono messi in atto in contesti di degrado ma anche nei centri e nelle piazze commerciali, dove è probabile l’incrocio fra comitive differenti, provenienti anche da scenari diversi» avevano spiegato gli investigatori. Proprio come sta accadendo a piazza Crepax a Mezzocammino.
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