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Trastevere, femministe in piazza contro il patriarcato: l’iniziativa

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Trastevere, femministe in piazza contro il patriarcato: l’iniziativa

Manifestazione del movimento femminista a Trastevere: un falò contro il patriarcato

Dopo l’importante manifestazione del 25 novembre, il movimento transfemminista è tornato in piazza a Trastevere. Centinaia di attiviste di Non Una di Meno si sono riunite a piazza San Cosimato per esprimersi contro la violenza di genere e l’oppressione patriarcale attraverso un falò simbolico.

Durante l’evento, sono state bruciate scatole e cartelli che rappresentano le ragioni dell’oppressione e della violenza maschile sulle donne denunciate dal movimento. Questo atto fa seguito al diffondersi dello slogan “Sorella se io non torno, brucia tutto”, emerso in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin. Le attiviste hanno sottolineato che Giulia non è stata la prima né l’ultima vittima, e hanno sollevato la questione dell’esistenza del patriarcato di fronte a un pubblico dubbioso.

Non Una di Meno ha risposto alle perplessità riguardo all’esistenza del “patriarcato” e alla sua connessione con i femminicidi, delineando la violenza patriarcale come fenomeno complesso. Quest’ultima è definita come le botte inflitte in ambito domestico e le aggressioni per strada, l’invisibilità e la superficialità con cui vengono affrontate le morti delle persone trans e delle lavoratrici del sesso, lo stigma imposto dalla polizia e dai tribunali quando si denunciano tali abusi e molti altri disagi quotidiani.

Le attiviste hanno espresso anche il concetto che la violenza patriarcale non si limita alla sfera fisica, ma si manifesta anche in disparità salariali e nelle condizioni lavorative delle donne. Esse affermano di subire violenza giornaliera a causa di lavori precari, salari minori rispetto ai colleghi maschi e mancanza di welfare, la quale le costringe a bilanciare lavoro e famiglia senza un adeguato supporto.

Questa manifestazione fa parte di un’azione più ampia del movimento femminista per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una società più equa e inclusiva. Il prossimo appuntamento è fissato per l’8 marzo, con lo sciopero femminista.

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie

Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.

L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.

La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.

Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.

Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban

C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.

Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.

“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.

La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.

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