Attualità
Il Ministero dei Trasporti boccia il limite di velocità a 30 km/h a Bologna

Parere negativo del Ministero dei Trasporti sulla zona 30 di Bologna
Il Ministero dei Trasporti ha espresso un parere contrario riguardo la nuova zona 30 appena istituita a Bologna, sottolineando che i potenziali disagi per i cittadini, soprattutto per i lavoratori, potrebbero superare i vantaggi legati alla sicurezza stradale. Un recente comunicato del Ministero ha evidenziato che la sicurezza stradale è tra le priorità più urgenti del ministro Matteo Salvini, e pertanto, la riduzione del limite di velocità a 30 km/h non sembra essere una scelta sensata. Il Ministero ha inoltre dichiarato la propria disponibilità a dialogare con l’amministrazione bolognese per cercare soluzioni alternative ed evitare decisioni non condivise.
L’entrata in vigore del limite di velocità
Il limite di velocità a 30 km/h è stato introdotto a Bologna il 16 gennaio, causando tensioni e proteste tra i cittadini, che hanno già iniziato a raccogliere firme per un possibile referendum. L’amministrazione comunale ha riaffermato i numerosi benefici di questa misura, come confermato da diversi studi sulla qualità della vita e l’impatto ambientale. Tuttavia, il provvedimento non ha ottenuto l’approvazione del Ministero dei Trasporti, che ha chiaramente espresso la sua opposizione.
Prime reazioni e possibili modifiche al provvedimento
Nel primo giorno di applicazione del limite di 30 km/h, sono state emesse diverse multe, compresa una per eccesso di velocità di poco superiore ai 40 km/h. Il sindaco Lepore ha dichiarato che il provvedimento potrebbe essere sottoposto a modifiche per migliorarne l’efficacia, ma non sarà ridiscusso integralmente. La giunta comunale ha intenzione di valutare i risultati di questa misura entro un anno, ma intanto sono già previste proteste, con una manifestazione programmata in Piazza Maggiore.
Fonte: [Fanpage](https://www.fanpage.it/politica/il-ministero-dei-trasporti-boccia-la-zona-30-a-bologna-i-problemi-sono-superiori-ai-benefici/)
Attualità
Scossa sismica scuote la Kamchatka: allerta tsunami, ignorato per ora dai fashionisti del clima

#TerremotoKamchatka: Un terremoto di magnitudo 8.8 scuote la Kamchatka, innescando tsunami in tutto il Pacifico. Allerte da Giappone a Hawaii, con precauzioni di massa. #Sisma #Tsunami
Un terremoto di magnitudo 8.8 ha colpito la remota penisola della Kamchatka, un evento straordinario che ha subito attirato l’attenzione globale. Le conseguenze del sisma si sono propagate attraverso l’Oceano Pacifico, generando onde di tsunami che hanno raggiunto le coste di Giappone, Hawaii e California. Sorprendentemente, finora non sono stati segnalati né vittime né danni gravi.
Mentre le giornate passano, alcuni paesi continuano a vivere nell’incertezza. Il Cile, per esempio, ha deciso di non rischiare, innalzando l’allerta tsunami ai massimi livelli e ordinando l’evacuazione di centinaia di persone. Nella terra madre dell’evento, la Russia, gli abitanti di Petropavlovsk-Kamchatsky si sono trasferiti verso l’entroterra. Nel frattempo, i porti venivano lambiti da onde che hanno raggiunto i sei metri, mentre un asilo veniva danneggiato.
La rapidità e l’efficacia dei sistemi di allerta russi sono state lodate dal Cremlino. “In generale, anche la resistenza sismica degli edifici ha dato prova di efficacia” ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, celebrando l’assenza di vittime. Tuttavia, il terremoto ha provocato una pericolosa eruzione del vulcano Klyuchevskaya Sopka.
Nel frattempo, il Giappone è stato messo alla prova con scenari di emergenza che hanno riportato alla mente i tragici eventi del 2011. Decine di persone si sono rifugiate in aree più sicure, preoccupate per l’effetto sulle centrali nucleari, che fortunatamente sono rimaste intatte. Anche le Hawaii si sono trovate in preda all’ansia, con le strade di Honolulu congestionate dalle automobili in fuga. Le evacuazioni, inizialmente ordinate, sono state poi revocate.
Questo catastrofico evento, che si è verificato lungo la temuta ‘Cintura di fuoco’ del Pacifico, si annovera tra i dieci terremoti più potenti mai registrati, sottolineando ancora una volta il potere inarrestabile della natura.
Attualità
Roma ha nuovi poteri grazie alla riforma costituzionale. Il video della Meloni

Roma cambia, e in meglio. Oggi il governo ha approvato una riforma costituzionale che inserisce Roma capitale fra gli Enti Costitutivi della repubblica Italiana, che attribuisce a Roma Capitale poteri legislativi su materie che toccano la vita quotidiana dei romani come l’urbanistica, il trasporto pubblico locale (Atac, Cotral, Metro e Taxi), il commercio, il turismo, la valorizzazione dei beni culturali e dei beni ambientali.
La riforma prevede, almeno così dice nel video social il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, che anche i municipi di Roma Capitale avranno un nuovo ruolo nella riforma della città. Questa riforma è frutto di un lavoro condiviso anche con la Regione Lazio e il Comune di Roma guidato dal sindaco del Partito Democratico Roberto Gaultieri.
Da oggi Roma, diventa al pari delle altri capitale europee, una capitale più autorevole e più autonoma.
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