Attualità
Cisterna di Latina: nel zaino dell’indagato scotch, manette e sacchi neri, emerge ipotesi rapimento

Un tragico incidente ha colpito Cisterna di Latina con un doppio femminicidio. Christian Sodano, un finanziere, ha confessato l’omicidio della sorella e della madre della sua ex-fidanzata il 16 febbraio 2024.
Uno zaino nero rinvenuto nella sua auto ha rivelato contenuti inquietanti: sacchi di plastica oversize, guanti, nastro adesivo, manette e un manganello telescopico. Come riportato da Il Messaggero, gli inquirenti ritengono che Sodano, un maresciallo della Guardia di Finanza di 27 anni, potesse avere intenzione di rapire la sua ex, Desyree Amato, fortunatamente scampata alla strage nella villetta dove viveva con la sua famiglia in Cisterna di Latina. Nonostante le sue affermazioni secondo le quali gli effetti nello zaino fossero ricordi della madre, alla luce del doppio omicidio, gli investigatori ritengono possibile che Sodano avesse progetti violenti per la 22enne.
Attualmente, Sodano si trova in custodia in un carcere di Latina e sarà interrogato dal giudice nelle prossime ore. Nel primo interrogatorio successivo ai femminicidi, non ha mostrato alcuna emozione e si è dimostrato freddo e distante. Ancora non è possibile anticipare alcunché sulle possibili mosse legali.
Dopo i femminicidi, Sodano è stato arrestato nella casa dello zio a Latina da agenti della Squadra Mobile. Ha accettato passivamente l’arresto e confessato il delitto allo zio, che ha chiamato immediatamente la polizia. Desyree Amato è sopravvissuta grazie a pura fortuna. Nonostante le affermazioni di Sodano secondo cui non aveva intenzione di ucciderla, le prove ritrovate nel suo zaino gettano ulteriore dubbio sulla veridicità delle sue parole.
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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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